Inoltre «nella testimonianza biblica che Gesù sarà il giudice è contenuta la promessa che il giudizio di Dio sul male e su ogni colpa sarà un giudizio di grazia». Ma Michelangelo definì il colorire a olio "da donna e da persone agiate e infingarde come fra' Bastiano"[9] e andò su tutte le furie rifiutandosi di dipingere se non a fresco. La prima descrizione di questa zona degli affreschi venne pubblicata nella biografia del Buonarroti di Ascanio Condivi[30]: «[Si vedono] i sette Angioli scritti da San Giovanni nel Apocalipse, che colle trombe à bocca, chiamano i morti al giuditio dalle quattro parti del mondo, tra i quali ne son due altri con libro aperto in mano, nel quale ciascheduno leggendo, et riconoscendo la passata vita, habbia quasi da se stesso a giudicarsi. in De Vecchi, pagg. Come già sperimentato ai tempi della volta, egli non si fidava degli aiuti in pittura, preferendo lavorare da solo, come confermano anche i saggi critici che, a parte le aggiunte successive delle "braghe", non rilevano alcuna pennellata estranea al maestro[8]. Primi tentativi di restauro si registrarono nel 1903 e nel 1935-1936, quest'ultimo sotto la supervisione di Biagio Biagetti, direttore dei Musei Vaticani. Ciò che è comune a più realtà individue, per es., la (o le) proprietà che definiscono una classe particolare di individui, un genere o una specie. Il volto di Bartolomeo invece è stato indicato come un possibile ritratto di Pietro Aretino, nemico giurato di Michelangelo che tanto aveva detto male di lui per punirlo di non averlo accettato quale consulente nella realizzazione del Giudizio[18]. La posizione dell'inquietante caverna abitata da presenze demoniache si situa proprio al centro, dietro l'altare. o simil cosa»[14]. Due figure opache assecondano il profilo del peduccio sotto Giona. Dallo stile appare una visione grandiosa dell'umanità, un'idea di "uomo-eroe" che grandeggia anche nel peccato. Per il che trovandosi allora vivo maestro Baccio Rontini fiorentino, amico suo e medico [...], venendogli compassione di lui gli andò un giorno a picchiare a casa, e non gli essendo risposto dai vicini né da lui, per alcune vie segrete cercò tanto di salire, che a Michelagnolo di stanza in stanza pervenne, il quale era disperato. Con l'aggiunta di "Breve discorso sull'inferno"; in appendice: "Apocatastasi", ZOROASTRISMO in “Enciclopedia Italiana” – Treccani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Giudizio_universale&oldid=117281908, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. A questa stessa altezza si allineano, procedendo verso sinistra, san Filippo, con la croce, Simone Zelota, con la sega, e Longino, di spalle[18]. La giustizia di Dio, fu quindi contrapposta alla sua misericordia, in quanto essa obbligherebbe Dio a un certo comportamento (Anselmo d'Aosta). L'opera di censura venne poi continuata, dopo la morte di Daniele, da Girolamo da Fano e Domenico Carnevali[15]. Fece così distruggere la preparazione già eseguita e rifare un arriccio adatto all'affresco. Sotto la figura di Cristo giudice si vedono undici angeli, ancora privi di ali, che, composti in uno spazio per lo più ovale, annunciano la fine dei tempi, risvegliando i morti con le trombe dell'Apocalisse e mostrando all'umanità che si risveglia i libri profetici delle Sacre Scritture che si avverano oppure i libri in cui sta scritta la vita passata di ognuno. Il Giudizio Universale “QUANDO morirai, solo la tua anima sarà tormentata; quello sarà per essa un inferno: ma nel giorno del giudizio il tuo corpo si unirà alla tua anima, e allora avrai un doppio inferno, mentre la tua anima stillerà gocce di sangue e il tuo corpo sarà straziato dal dolore”. Il desiderio di papa Clemente era dovuto in tutta probabilità alla volontà di legare anche il proprio nome all'impresa della Sistina, come avevano fatto i suoi maggiori predecessori: Sisto IV e le Storie di Mosè e di Cristo dei pittori fiorentini quattrocenteschi (1481-1482), Giulio II e la volta di Michelangelo stesso (1508-1512), Leone X e gli arazzi di Raffaello (1514-1519 circa). Ancora una volta l'artista concentra la propria attenzione sul corpo umano, sulla sua perfezione celeste e sulla sua deformazione tragica. In questa zona, compreso l'antro infernale e i due gruppi disputati tra angeli e demoni, si contano almeno cinquanta figure visibili. In basso si scorge ancora la cornice dell'Assunta del Perugino, che poi si decise di coprire, Studio al Museo Bonnat di Bayonne, matita, 34,5x29,1 cm, Studio per i risorgenti, Windsor Castle, matita, 27,7x41,9 cm. o di qlco., valutazione che si dà su persone, fatti, ecc. Il risultato decide il destino dell'anima: Paradiso o Inferno, che tuttavia non sono eterni. L’opera fu commissionata al grande maestro Michelangelo Buonarroti (1475-1564), nel 1534, da papa Clemente VII (al secolo Giulio dei Medici, cugino e successore di Leone X), il quale però morì prima che l’artista potesse iniziare il lavoro. Secondo Vasari, nella figura di Minosse Michelangelo ritrasse il Maestro di Cerimonie del Papa, Biagio da Cesena, che, da "persona scrupolosa", dopo aver osservato l'opera in corso di completamento, rimase sconvolto dal turbinio di corpi nudi e contorti che "sì disonestamente mostran le loro vergogne" e li definì adatti "da stufe (bagni termali) e d'osterie" piuttosto che la cappella pontificia. [5], La dottrina del giudizio finale solleva il problema dello stato delle anime fra il momento della loro morte e la seconda venuta di Cristo. Spicca su questo lato la figura di un giovane che emerge e si sporge con la mano distesa come per attirare l'attenzione di Cristo e chiedergli qualcosa. Cos’è il Giudizio universale? Il Giudizio universale avrà luogo alla fine del mondo, alla seconda venuta di Cristo. Che cos’è la cuccagna? Pur di figurare in questo prestigioso elenco, Clemente VII era disposto a chiudere un occhio sulle opere fiorentine a cui Michelangelo stava lavorando, ormai sempre più stancamente e con un ricorso sempre maggiore di allievi. Gilio nel 1564: «Io non lodo gli sforzi che fanno gli angeli nel Giudizio di Michelagnolo, dico quelli che sostengono la Croce, la colonna e gli altri sacri misteri, i quali rappresentano piuttosto mattaccini e giocolieri che angeli[20]». La relazione tra il giudizio universale di Dio e il nostro accesso al Regno dei Cieli. Tali figure vennero elogiate nel Trattato dell'arte della pittura di Giovan Paolo Lomazzo (1584): «[Michelangelo fece] in loro secondo i suoi atti il corpo con facce sdegnose e fiere [...] facendole di colore ebano e con le ali di tignola, et altri con le corna e denti fuora della bocca e con le ugne sorte in fuori a' piedi et alle mani, fatti in diverse forme d'animali»[36]. Cos’è il Giudizio Universale? Michelangelo lavorò all'intera opera da solo, con i semplici aiuti per i lavori manuali di preparazione dei colori e stesura dell'arriccio, nonché un solo fedele assistente, l'Urbino, che probabilmente si occupò di colorire lo sfondo. Accanto a lui l'altra figura dev'essere san Paolo, con un panno rosso, mentre è indistinguibile il giovane nudo più vicino a Gesù, in via ipotetica un apostolo, forse Giovanni evangelista. In questo gruppo si contano almeno ottanta personaggi. Tuttavia apprese presto che Clemente aveva già fatto abbattere l'affresco di Perugino col ritratto del suo predecessore, fatto che è stato letto come una tardiva vendetta personale del papa, al secolo Giulio de' Medici, contro Sisto IV, responsabile dell'assassinio di suo padre Giuliano de' Medici nella congiura dei Pazzi[3]. Il nesso tra volta e parete della Sistina corrisponde ai periodi storico-religiosi antecedente e successivo alla nascita di Gesù, e come miglior raccordo simbolico fra questi due periodi viene considerato Giona, prefiguratore della risurrezione di Gesù poiché come lui dopo tre giorni tornò alla vita fuoriuscendo dal ventre del pesce che l'aveva inghiottito. Il giudizio universale potrebbe essere un falso problema: nel senso che, se è vero che al di là del tempo non c'è il tempo, non è molto importante distinguere il giudizio particolare e il giudizio universale come se fossero temporalmente separati. La brutalità dei demoni, la tragedia dei peccatori, innescano un culmine di intensità e violenza. Oh là! La maggior parte dei cristiani, infatti, ha ritenuto e ritiene inaccettabile che i martiri, la stessa Vergine Maria e gli altri santi non possano godere da subito della visione beatifica. Donatella Cialoni, Il dibattito sul Restauro del Giudizio sistino tra gli Accademici romani, 1824-1825, in "Bollettino dei MUSEI Vaticani", vol. Tra le fonti usate da Michelangelo per rappresentare demoni e dannati ci furono le stampe tedesche e fiamminghe e, sicuramente, la Divina Commedia di cui fu appassionato lettore. Direttore responsabile: Remo Bassetti | Nuova Giudizio Universale s.r.l - Via Vittorio Emanuele II 53 - 10023, Chieri (Torino) Testata registrata presso il tribunale di Torino al n.5848 il 16/3/05 - … [4] La riprende anche il teologo cattolico Hans Urs von Balthasar, che sottolinea come ad ella sembrano aderire alcuni fra i più famosi teologi cattolici, fra cui anche lo stesso Papa Benedetto XVI. Giotto, Giudizio Universale, 1303-5.Particolare con il supplizio dei dannati. Sono state fatte varie proposte di identificazioni di ritratti nel gruppo dei risorti, non accettate da tutta la critica. Il Giudizio Universale è uno degli affreschi più famosi del mondo, conservato nella Cappella Sistina e realizzato da Michelangelo Buonarroti tra il 1535 e il 1541. Nel 1572-1585 l'affresco subì uno scorciamento di circa 70 cm nella zona inferiore, per via dell'innalzamento del pavimento[4]. Particolarmente scultoreo è il panneggio di Gesù: esso ricorda i panni tesi e elastici delle Pietà senili, come la Pietà Bandini o la Pietà di Palestrina. Gli angeli picchiano coi pugni i reprobi, mentre i demoni li trascinano verso l'abisso con ogni modo[34]. Alcuni volano, altri sembrano sospinti o rapiti da una forza incontrollabile, altri ancora sono aiutati da angeli e altri beati in vari modi: trascinati in volo, spinti, caricati, tirati per le braccia, issati con corde, che qualcuno ha letto come un rosario, simbolo antiluterano di preghiera[8]. Nella seconda edizione delle Vite (1568) Vasari allora rispose alle critiche, mettendo maggiormente in risalto la prepotente plasticità e la particolare visione dei moti e delle attitudini delle figure come in un'unitaria architettura di personaggi e sentimenti[13]. Il gruppo di destra è composto da martiri, confessori e altri beati, con una preponderanza di figure maschili. Quando la superficie fu pronta scoppiò un'aspra controversia tra il Buonarroti e Sebastiano del Piombo, fino ad allora suo amico e collaboratore. Biagio, umiliato, se ne lamentò col papa che replicò di non avere alcuna autorità sull'Inferno, disinteressandosi alla questione[38]. Dalla barca di Caronte i dannati, ora terrorizzati ora inebetiti come bestie, vengono trascinati giù dai demoni con gli arpioni e scaraventati tra i diavoli grotteschi. Al suono di queste trombe, si vedeno in terra aprire i monumenti [...]. La concezione che al termine della loro vita Dio giudicherà tutti gli uomini in base alle azioni da loro compiute e destinerà ciascuno al Paradiso oppure all'Inferno è comune a molte religioni e filosofie e in particolare a quelle presenti nel contesto culturale in cui è nato il cristianesimo: l'ebraismo, lo zoroastrismo, la religione egizia (cfr. Nell'escatologia dello zoroastrismo dopo la morte corporale, l'anima della persona attraversa un ponte (Chinvato Peretu) sul quale le sue buone azioni sono pesate con quelle cattive. Il 22 settembre di quell'anno l'artista si recò a San Miniato al Tedesco per incontrare il papa diretto in Francia e pare che proprio in quell'occasione il pontefice manifestò il desiderio di fargli affrescare la parete dietro l'altare della Sistina con un monumentale Giudizio Universale, un tema che avrebbe degnamente concluso le storie bibliche, evangeliche e degli apostoli della Cappella. In basso a destra, infine, si trova la rappresentazione dell'Inferno, sullo sfondo di un cielo rosso di fiamme. Ancora una volta navighiamo – nell’atto della scrittura – privi di sentimenti, verso il giudizio universale. Poco più a sinistra sono presenti due delle figure più controverse dell'intero ciclo: san Biagio, con i pettini chiodati con cui fu martirizzato, e santa Caterina d'Alessandria, con la ruota dentata spezzata. 216-217. Sicuramente i rapporti di Michelangelo con personaggi dei circoli romani in cui circolavano dottrine riformate, come Vittoria Colonna o il cardinale Reginald Pole, ebbero un peso nell'elaborazione dell'immagine complessiva, indirizzandolo verso particolari scelte iconografiche e formali: essi auspicavano una riconciliazione fra cristiani dopo una riforma interna della Chiesa stessa[13]. Montati i ponteggi, Michelangelo vi salì nell'estate del 1536. καϑόλου, termine che nel pensiero antico assume rilievo soprattutto nella filosofia platonica e aristotelica. «La moltitudine delle figure, la terribilità e grandezza dell'opera è tale, che non si può descrivere, essendo piena di tutti i possibili umani affetti et avendogli tutti maravigliosamente espressi.». Sul piano formale l'opera venne di volta in volta esaltata o criticata: Vasari, nella prima edizione delle Vite (1550) la descrisse come «oltra a ogni bellezza straordinaria [...], sì unitamente dipinta e condotta, [...] e nel vero la moltitudine delle figure, la terribilità e grandezza dell'opera è tale, che non si può descrivere, essendo piena di tutti i possibili umani affetti et avendogli tutti maravigliosamente espressi.»; seguì poco dopo il Dialogo della Pittura di Ludovico Dolce (1557) che, facendo proprie le critiche mosse dall'Aretino e da ampi settori dell'ambiente artistico soprattutto veneto, definì l'opera del Buonarroti come mancante «di una certa temperata misura e certa considerata convenevolezza, senza la quale niuna cosa può aver grazia né istar bene», in contrapposizione con gli ideali di armonia, grazia e varietà della pittura di Raffaello[12]. La rappresentazione del corpo umano in movimento in infinite pose, per Vasari il massimo segno della "perfezzion dell'arte", veniva bollata come una monotona esibizione di virtuosismo anatomico: «Chi vede una figura di Michelangelo le vede tutte.»[12]. psicostasia) e fra le filosofie il platonismo. - Al termine della storia dell'umanità, al finire dei tempi, il cristianesimo pone un universale giudizio divino. L’abbattimento: di noi. Nel 1845 il governo degli Stati Uniti fece pressione sul Capo Seattle e la sua tribù di nativi americani allo scopo di acquistare i territori del Puget Sound, dove loro vivevano e cacciavano: due milioni di acri e uno stile di vita in cambio di 150/mila dollari e di una riserva entra la quale il governo degli Stati Uniti si impegnava a mantenere la tribù. La questione presenta problemi filosofici sia di antropologia (può sussistere l'anima senza il corpo?) Una prima idea dell'artista per gli affreschi mostrava la cornice dell'immagine esistente su quella parete (l'Assunta con Sisto IV inginocchiato di Perugino) e alcune citazioni di essa nella posa di qualche personaggio, a testimoniare che Michelangelo non aveva nessuna intenzione di intaccare il lavoro del suo predecessore, che era anche la pala d'altare della cappella e quindi la rappresentazione più sacra in essa contenuta. Secondo la Chiesa cattolica e quella ortodossa gli uomini vengono giudicati subito dopo la morte (giudizio particolare), e le loro anime accedono al Paradiso o all'Inferno immediatamente o, nel caso del Paradiso, dopo una fase più o meno intensa di purificazione nel Purgatorio. Laonde maestro Baccio fin che egli guarito non fu, non lo volle abandonare già mai, né spicarsegli d'intorno». La creazione. L'inizio del lavoro venne ulteriormente ritardato di qualche mese per l'acquisto di colori, in particolare il pregiato blu oltremarino, che soddisfacessero pienamente l'artista[4]. I giusti quelli che hanno condotto una buona esistenza andranno nella gloria del Signore e nella vita eterna e … Nel 1533 Michelangelo lavorava a Firenze a vari progetti in San Lorenzo, per papa Clemente VII. “La Cura è l’essere-per-la-morte”. Corrisponde al gr. Le critiche dei detrattori si appigliarono però anche a questo, come scrisse Ludovico Dolce: «[Michelangelo è] stupendo e veramente miracoloso e sopra umano [...] ma in una maniera sola, ch'è fare un corpo nudo muscoloso e ricercato, con iscorti e movimenti in fieri [per cui...] chi vede una sola figura di Michelangelo le vede tutte». Dettaglio, l'uomo trascinato per i testicoli. A sinistra Caronte a colpi di remo insieme ai demoni percuote e obbliga a scendere i dannati dalla sua imbarcazione per condurli davanti al giudice infernale Minosse, con il corpo avvolto dalle spire del serpente. C'è chi ha parlato di un'immagine allineata alle dottrine ufficiali della Chiesa, un memento alla fragilità della natura umana e della sua inclinazione al peccato, oppure, in maniera opposta, un manifesto anticlericale che adombra motivi savonaroliani, o di Juan de Valdés o addirittura luterani.