- Non vedi che faccio per burla? Da Milano Pellico fu condotto alla prigione dei Piombi di Venezia, e poi in quella dell'isola di Murano, dove rimase fino al 20 febbraio 1822. Pur mancando una precisa documentazione in tal senso l’affermazione è convalidata dalle azioni messe a segno dalla brigata nell’agosto successivo. Dico anche perché che il padre della patria non è al giorno d’oggi conosciuto quanto il ribelle tatuato. Qui, ormai cieco e pazzo, muore il 31 gennaio 1854 ingoiando il proprio catetere. La porta è quella originale e una lapide riporta i nomi dei carbonari e dei patrioti che vi furono incarcerati. Paperback. La Matteotti nell’agosto 1944 . DI. Silvio Pellico ebbe due storie d'amore importanti nella sua vita[7]. La sua opera "- Silvio Pellico fu un grande scrittore italiano del XIX secolo. L'opera godette subito di una vasta popolarità in tutta Europa. Alla caduta del regime napoleonico (1814) perse la cattedra di francese. Prima della Francesca, Silvio Pellico aveva composto un Turno ed una Laodamia di cui parla nelle lettere agli amici Foscolo e Stanislao Marchisio, i cui manoscritti sono conservati attualmente nell'archivio della rivista La Civiltà Cattolica. La tragedia ebbe una diffusione non solo in Italia ma anche in Europa con traduzioni in francese e in inglese[14]. VITA E PERSONALITÀ DI SILVIO PELLICO 1 1. Nell’anno 1160 vivea in Saluzzo un arimanno[1] per nome Berardo della Quercia, il quale godea da lungo tempo tal grazia del suo signore, Marchese Manfredo, che sarebbe quasi potuta dirsi amicizia. Poche ore dopo la partenza di Stretch mi arriva Riccardo che nel depositare una vecchia Bibbia sul suo letto, mi stringe la mano, introducendosi. l'amico degl'infelici, l'amico dei mortali!". Metternich ammise che il libro danneggiò l'Austria più di una battaglia persa[5]. ... Copernicum per la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Storia editoriale. Travagliato da problemi familiari e fisici, negli ultimi anni della sua vita interruppe la produzione letteraria. La porta è quella originale e una lapide riporta i nomi dei carbonari e dei patrioti che vi furono incarcerati. Nella sala IX del museo è stata ricostruita la cella della fortezza dello Spielberg, sovrastante la città ceca di Brno, in cui fu rinchiuso Silvio Pellico dal 1822 al 1830. Ciao amici. delle mie passate sciagure e della contentezza presente, come di tutto il bene e il male che mi sarà ancora serbato, sia benedetta la Provvidenza, della quale gli uomini e le cose, si voglia o non si voglia, sono mirabili stromenti [sic] ch'ella sa adoprare a fini degni di sé.». Acquista Silvio PELLICO - Le mie prigioni - S. d. Acquista Silvio PELLICO - Le mie prigioni - S. d. EMERGENZA COVID-19: I TEMPI DI CONSEGNA POTREBBERO ESSERE PIU' LUNGHI DEL NORMALE NELLA TUA AREA. Ribelle. Silvio Pellico nasce a Saluzzo il 25 giugno 1789. d'animo di scrivere e pubblicare poesie. Perché la punzecchi sempre? A Venezia fu letta pubblicamente il 21 febbraio 1822 la sentenza del celebre Processo Maroncelli-Pellico. L'opera venne pubblicata solo postuma con un finale non composto dall'autore, ma aggiunto per dare una conclusione alla vicenda con un intento morale[17]. Poche ore dopo la partenza di Stretch mi arriva Riccardo che nel depositare una vecchia Bibbia sul suo letto, mi stringe la mano, introducendosi. Venne assunto dai marchesi di Barolo Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert[6] (ai quali fu presentato da Cesare Balbo) e rimase a Palazzo Barolo fino alla morte. Silvio Pellico e il romanzo autobiografico Le mie prigioni sono tra i più rappresentativi esempi del Romanticismo italiano nella prima metà dell'Ottocento. Viaggia attraverso lo spazio e il tempo svelando la storia del nostro pianeta e le conquiste dell’umanità attraverso i puzzle a tema. Dopo il ritorno alla libertà (1830) il Pellico pubblicò altre tragedie: Gismonda da Mendrisio, Leoniero, Erodiade, Tommaso Moro e Corradino. Il 18 agosto 1815 a Milano viene rappresentata la sua tragedia Francesca da Rimini[2]. L’infanzia è segnata dalla salute malferma. Oggi Servi di Dio della Chiesa cattolica. Travagliato da problemi familiari e fisici, negli ultimi anni della sua vita interruppe la produzione letteraria. Condizione: New. Cominciò a scrivere tragedie in versi di impianto classico, come Laodamia (1813) ed Eufemio di Messina. di memoria, insieme al conforto dell’amicizia, trasformano il «covile» nel luogo di una sfida. Inedita. Unisciti a CodyCross, un simpatico alieno che è atterrato sulla Terra e conta sul tuo aiuto per conoscere il nostro pianeta! Grazie alla tua donazione aiuterai la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Dico anche perché che il padre della patria non è al giorno d’oggi conosciuto quanto il ribelle tatuato. Epistolario di Silvio Pellico, libreria editrice di educazione e d'istruzione di Paolo Carrara, Milano, 1874. Uno dei suoi fratelli, Francesco, divenne gesuita; le sorelle Giuseppina e Maria Angiola presero i voti. Partiti la notte fra il 25 e il 26 marzo, attraverso Udine e Lubiana giunsero alla prigione, situata a Brünn, l'odierna Brno, in Moravia. GIOVANNI GNOCCHI EDITORE. Il padre, Onorato, era commerciante di spezie, non abile negli affari, ma con tenaci velleità poetiche. Silvio Pellico (Saluzzo, 25 giugno 1789 – Torino, 31 gennaio 1854) è stato uno scrittore, poeta e patriota italiano, noto soprattutto come autore de Le mie prigioni. Silvio Pellico e il romanzo autobiografico Le mie prigioni sono tra i più rappresentativi esempi del Romanticismo italiano nella prima metà dell'Ottocento. Le mie prigioni è il libro di memorie che Silvio Pellico scrisse a partire dal 13 ottobre 1820 e fino al 17 settembre 1830, con l'intento di conservare memoria della sua detenzione - prima ai Piombi di Venezia e poi nel carcere dello Spielberg di Brno - a seguito dell'arresto a Milano per la sua adesione ai moti carbonari.. da prenderci soggezione, se alcuno immaginerà che la prigione abbia indebolito i nostri animi, e che per imbecillità siamo divenuti più fermi nella credenza?" La meditazione, la preghiera, la composizione letteraria, gli esercizi. L'opera godette subito di una vasta popolarità in tutta Europa. MILANO. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino. (Contiene una lettera di Silvio Pellico indirizzata al canonico Antonio Grippa datata 12 ottobre 1838). ], 1845. 28 Edizioni dell’epistolario di Silvio Pellico A. ALEARDI, A. CESARI. La Manumissione. Malgrado l’estrema sofferenza, Pellico trova in alcuni compagni di cella, nei secondini, ma soprattutto nella preghiera e nel dialogo interiore un motivo di vita e di speranza che lo aiutano a resistere e a capire il profondo senso della vita. Un compagno di prigionia, il conte Antonio Fortunato Oroboni[11] lo avvicinò nella fede religiosa. Nel 1815 fu rappresentata la sua tragedia Francesca da Rimini, in cui l'episodio dantesco venne interpretato alla luce delle forti influenze romantiche e risorgimentali con le quali Silvio Pellico era entrato in contatto nella città lombarda; sempre a Milano fu per qualche tempo direttore del Conciliatore. Nell'inverno 1830/31 Pellico aveva lavorato anche ad un romanzo: Raffaella, o Rafaella, una storia di due amici coinvolti nelle lotte medievali tra papato ed impero in Piemonte contenente diverse allusioni politiche ed autobiografiche. Le mie prigioni di Silvio Pellico. A mia insaputa Cesar aveva comunicato alla sua famiglia che un italiano lo aveva aiutato ad usare il telefono. Per Teresa Marchionni, il Pellico scrisse nel 1820 una commedia. Le mie prigioni è un libro di memorie scritto da Silvio Pellico e pubblicato nel 1832. M. BRIGNOLI, Lettere inedite di Silvio Pellico in Saluzzo e Silvio Pellico nel 150. de “Le mie prigioni”. La somma delle viltà è d'esser schiavo de' giudizi altrui, quando hassi la persuasione che sono falsi. Il padre, Onorato, era commerciante di spezie, non abile negli affari, ma con tenaci velleità poetiche. Ne Le mie prigioni Silvio Pellico non solo racconta la sua toccante esperienza in carcere, ... che è solito sostare sotto la cella dello scrittore, ... Allason B., La vita di Silvio Pellico… ne quotidiana delle giornate, la serie minuziosamente annotata delle piccole abitudini, il. Metafore e topoi della letteratura carceraria. La religione cristiana, ... Silvio Pellico [Tag: prigioniero, relazioni sociali] ... “E ogni mercoledì la damigella profumata mi dà un biglietto da cento corone perché la lasci sola col detenuto. Antonio Colomberti, Memorie di un artista drammatico, 2004, p. 279, E.R. Pellico non nasconde le sue debolezze, le sue paure, i suoi rimpianti la mancanza della sua famiglia. di Barbara Leva Le mie prigioni, libro che fu di Silvio Pellico ora appartiene (anche) a Fabrizio Corona, con grande scandalo. Ciao amici. Brand new Book. Nel 1851 Pellico e Giulia Colbert Faletti entrarono nel laicato francescano come terziari. "Oroboni mio” gli dissi “la tua dimanda mi svela la tua risposta, e questa è anche la mia. ne quotidiana delle giornate, la serie minuziosamente annotata delle piccole abitudini, il. … La dura esperienza carceraria costituì il soggetto del libro di memorie Le mie prigioni, scritto dopo la scarcerazione,[4] che ebbe grande popolarità ed esercitò notevole influenza sul movimento risorgimentale. Durante il luglio 1944 la “Matteotti” crebbe in capacità operativa ed anche come numero di effettivi. Scoperti dalla polizia austriaca che era riuscita ad intercettare alcune lettere compromettenti di Piero Maroncelli, il 13 ottobre 1820, Pellico, lo stesso Maroncelli, Melchiorre Gioia e altri furono arrestati. Graphic novel e racconti d'autore da leggere sotto l'albero, RICOSTRUZIONE DELLA CELLA DI SILVIO PELLICO, MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO ITALIANO TORINO, RICOSTRUZIONE DELLA CELLA DI SILVIO PELLICO MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO ITALIANO, CELLA SILVIO PELLICO MUSEO RISORGIMENTO TORINO. A Milano il Pellico fu insegnante di francese presso il collegio militare. Durante il luglio 1944 la “Matteotti” crebbe in capacità operativa ed anche come numero di effettivi. A Torino invece gli è intitolata una via nel quartiere di San Salvario. Un'adolescenza difficile e una giovinezza ardente L'anno in cui ebbe inizio la Rivoluzione Francese, il 1789, il 25 giugno, nacque a Saluzzo, in Piemonte, Silvio Pellico. La meditazione, la preghiera, la composizione letteraria, gli esercizi. Nel piccolo appartamento del primo piano, lo scrittore e patriota Silvio Pellico nacque il 25 giugno 1789 e trascorse i primi anni d’infanzia, serbando però per tutta la vita un ricordo affettuoso e grato della città natale, luogo letterario della memoria felice e degli affetti. Negli anni del processo Pellico compose alcuni poemetti di argomento medievale e altre tragedie che vennero pubblicate a Torino tra il 1830 e il 1832. Language: Italian. Soluzioni per la domanda Silvio Pellico scrisse le sue potete trovare qua. Silvio Pellico morì il 31 gennaio 1854. - Sì, lo so, - rispose la Vezzosa, - ma mi pare che si perda tempo, e c’è la Regina che sta là ad aspettare che ci chetiamo per raccontare la novella. VITA E PERSONALITÀ DI SILVIO PELLICO 1 1. Silvio Pellico nacque il 24 giugno 1789 a Saluzzo, in Piemonte, da una famiglia di modeste condizioni economiche.. La sua amicizia con Monti, con Foscolo, con Berchet e altri intellettuali (che avrebbero poi dato vita al primo Romanticismo) gli consentì di partecipare attivamente al dibattito culturale e politico che in quegli anni caratterizzava gli ambienti lombardi. Nella sala IX del museo è stata ricostruita la cella della fortezza dello Spielberg, sovrastante la città ceca di Brno, in cui fu rinchiuso Silvio Pellico dal 1822 al 1830. Silvio Pellico morì il 31 gennaio 1854. "... non ebbe torto chi disse (ma non fu Metternich, come vuole la tradizione) che esso danneggiò l'Austria più di una battaglia perduta". Di queste andarono, però, in scena solo Ester d'Engaddi e Gismonda da Mendrisio nelle interpretazioni di Amalia Bettini e Carlotta Marchionni. Come è piccolo il mondo anche in questa “terra – Silvio Pellico – d’oltreoceano!”. Graziato dall’imperatore d’Austria, fece ritorno a Torino ove fu ospite dei marchesi di Barolo, i servi di Dio Carlo Tanredi Falletti e Giulia Colbert, collaborando preziosamente alle loro attività benefiche e religiose. Scrittore, patriota, martire del Risorgimento: chi è veramente Silvio Pellico? Le mie prigioni è un libro di memorie scritto da Silvio Pellico e pubblicato nel 1832. Entrambe, però, dopo poche rappresentazioni andarono incontro al divieto posto dalla censura, una difficoltà, unita all'insuccesso del Corradino del 1834[16]. Ad Ala (TN) è intitolato a Silvio Pellico il convitto comunale. Travagliato da problemi familiari e fisici, negli ultimi anni della sua vita interruppe la produzione letteraria. A Imola e Lugo (nella Diocesi di Imola) i due circoli cattolici sono intitolati alla memoria di Silvio Pellico. Morì in carcere, il 13 giugno 1823, di consunzione per fame a soli 29 anni. Durante i lunghi dieci anni di prigionia, il Pellico partecipò regolarmente alla messa domenicale. Scrittore, patriota, martire del Risorgimento: chi è veramente Silvio Pellico? Strinse relazioni con personaggi della cultura come Madame de Staël e Friedrich von Schlegel, Federico Confalonieri[3], Gian Domenico Romagnosi e Giovanni Berchet. Venne assunto come segretario e bibliotecario di Giulia Colbert Faletti e rimase a Palazzo Barolo fino alla morte. Nasce il 25 giugno 1789 a Saluzzo, patria degli Arbre Magique al gusto di merluzzo, da Onorato Pellico e Margherita Tournier, due savoiardi che si erano conosciuti in un tiramisù.Sia Silvio che i quattro fratelli ricevono un'educazione cattolica: vengono cioè molestati dal parroco. Ecco il punto. Silvio Pellico morì il 31 gennaio 1854. “Oh qual brama ha il prigioniero di veder creature della sua specie! Pellico non nasconde le sue debolezze, le sue paure, i suoi rimpianti la mancanza della sua famiglia. ricordo degli anniversari. E al giovedì le corone se ne sono già andate in tanta birra. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino. Silvio Pellico (Saluzzo, 25 giugno 1798 - Torino, 31 gennaio 1854), patriota, scrittore e poeta italiano, noto soprattutto come autore di Le mie prigioni. Pellico scrisse anche le Memorie dopo la scarcerazione, testo andato perduto. Venne assunto come segretario e bibliotecario di Giulia Colbert Faletti e rimase a Palazzo Barolo fino alla morte. Durante la prigionia in carcere (durata dal 1820 al 1830) iniziò per Silvio Pellico un periodo di profonda riflessione personale che lo portò a riabbracciare la fede cristiana, che aveva abbandonato durante il periodo francese trascorso a Lione. Metafore e topoi della letteratura carceraria. Garibaldi in piedi, collocata dopo la sua morte. Sia Silvio che i quattro fratelli ricevono un'educazione cattolica dalla devota madre. La porta è quella originale e una lapide riporta i nomi dei carbonari e dei patrioti che vi furono incarcerati. Il padre, commerciante, scrive, dilettante, composizioni poetiche ed è membro di alcune accademie letterarie; la madre è di profondi sentimenti religiosi. La Vezzosa è una brava e buona figliuola, e se le si chiede un piacere non si ricusa mai, - disse la Carola. [15] Nel 1820 Pellico pubblicò la tragedia di ambientazione medievale Eufemio da Messina. Il padre, commerciante, scrive, dilettante, composizioni poetiche ed è membro di alcune accademie letterarie; la madre è di profondi sentimenti religiosi. Pellico ringraziò la Provvidenza dedicandole le ultime righe de Le mie prigioni: «"Ah! Un personaggio che il professor Gilles Pécout e Paolo Mieli analizzano in questa puntata di "Passato e Presente". La religione cristiana, che è sì ricca d'umanità, non ha dimenticato di annoverare fra le opere di misericordia il visitare i carcerati.” Silvio Pellico Unisciti a CodyCross, un simpatico alieno che è atterrato sulla Terra e conta sul tuo aiuto per conoscere il nostro pianeta! Nel 1816 si trasferì ad Arluno, nella casa del conte Porro Lambertenghi, dove fu istitutore dei figli Domenico (Mimino) e Giulio Porro Lambertenghi. Pellico e gran parte degli amici facevano parte della setta segreta dei cosiddetti "Federati". Silvio Pellico morì il 31 gennaio 1854. Il testo è ispirato all'episodio dantesco ma con caratteri nuovi presentando alcune delle caratteristiche della tragedia romantica nelle tematiche patriottiche e sentimentali. Come è piccolo il mondo anche in questa “terra – Silvio Pellico – d’oltreoceano!”. Questo, unito alle sue ridotte capacità amatorie, fa sì che la sua carriera nel dorato mondo del porno tramonti ancor prima di iniziare. A. A Fiume (in Croazia), in Via dei gelsi, fino alla fine della seconda guerra mondiale a Silvio Pellico era intestata una scuola elementare. Parola da definire e … Di fronte c'è la statua di Garibaldi in piedi, collocata dopo la sua morte. Letterato e patriota, Silvio Pellico vide maturare la sua anima profondamente cristiana durante la prigionia nello Spielberg. CAPO I. di memoria, insieme al conforto dell’amicizia, trasformano il «covile» nel luogo di una sfida. Suo padre, già commerciante ma amante dell'arte e della Ha partecipato alla spedizione dei Mille ed ha dedicato tutta la sua vita per l'unità d'Italia e all'attività politica. Silvio Pellico nasce a Saluzzo il 25 giugno 1789. - Sì, lo so, - rispose la Vezzosa, - ma mi pare che si perda tempo, e c’è la Regina che sta là ad aspettare che ci chetiamo per raccontare la novella. Pur mancando una precisa documentazione in tal senso l’affermazione è convalidata dalle azioni messe a segno dalla brigata nell’agosto successivo. Travagliato da problemi familiari e fisici, negli ultimi anni della sua vita interruppe la produzione letteraria. Viaggia attraverso lo spazio e il tempo svelando la storia del nostro pianeta e le conquiste dell’umanità attraverso i puzzle a tema. Pubblicò anche il libro morale I doveri degli uomini (1834) e Poesie di genere romantico. Secondogenito di nove figli. una scuola elementare a Udine e un'altra a Santhià (VC), a Carpeneto (AL), a Pachino (SR) e a Serramanna (VS) ed anche alcuni teatri, come quello di Trieste. Silvio Pellico ne iniziò la stesura nel 1831, incoraggiato dal proprio confessore, per poi pubblicarlo nel 1832.. Grazie al ministro Barbaroux, in carica a quel tempo, il libro riuscì a superare i problemi derivanti dalla censura e ad essere pubblicato dall'editore torinese Bocca nel mese di novembre del 1832. L'autore del celebre "Le Mie Prigioni", che racconta la sua esperienza nel carcere austriaco dello Spielberg, è una figura complessa del nostro Risorgimento. Nasce il 25 giugno 1789 a Saluzzo, patria degli Arbre Magique al gusto di merluzzo, da Onorato Pellico e Margherita Tournier, due savoiardi che si erano conosciuti in un tiramisù.Sia Silvio che i quattro fratelli ricevono un'educazione cattolica: vengono cioè molestati dal parroco. «"E se, per accidente poco sperabile, ritornassimo nella società” diceva Oroboni “saremmo noi così pusillanimi da non confessare il Vangelo? Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, ARTE.it è una testata giornalistica online iscritta al Registro della Stampa presso il Tribunale di Roma al n. 292/2012 | Direttore Responsabile Luca Muscarà | © 2020 ARTE.it | Tutti i diritti sono riservati, Brera guarda al 2021 "con coraggio": da Picasso a Mafai gli appuntamenti in vista della ripartenza, Da Betlemme ad Assisi, da Raffaello a Van Gogh: la settimana di Natale in tv, L'arte di raccontare l'arte. Per entrambi, poi, la pena fu commutata: venti anni di carcere duro per Maroncelli, quindici per Pellico. ricordo degli anniversari. In questi circoli venivano sviluppate idee tendenzialmente risorgimentali, rivolte alla possibilità di indipendenza nazionale: in questo clima, nel 1818 viene fondata la rivista Il Conciliatore, di cui Pellico era redattore e direttore. Si articola in un arco di tempo che va dal 13 ottobre 1820, data in cui l'autore venne arrestato a Milano per la sua adesione ai moti carbonari, al 17 settembre 1830, giorno del suo ritorno a casa. 1879. Nel 1838 Re Carlo Alberto di Savoia lo beneficiò con una pensione annua di 600 lire collaborando alle loro attività benefiche e religiose. Language: Italian. “Oh qual brama ha il prigioniero di veder creature della sua specie! Malgrado l’estrema sofferenza, Pellico trova in alcuni compagni di cella, nei secondini, ma soprattutto nella preghiera e nel dialogo interiore un motivo di vita e di speranza che lo aiutano a resistere e a capire il profondo senso della vita. Graziato dall’imperatore d’Austria, fece ritorno a Torino ove fu ospite dei marchesi di Barolo, i servi di Dio Carlo Tanredi Falletti e Giulia Colbert, collaborando preziosamente alle loro attività benefiche e religiose. Silvio Pellico morì il 31 gennaio 1854. La seconda fu con la nobildonna Cristina Archinto Trivulzio: Pellico si innamorò della dama nell'estate del 1819 ma ella sposò nel novembre dello stesso anno il conte milanese Giuseppe Archinto[9]. Visualizzazione Stampabile. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino (Campo primitivo Ovest, edicola n. 266). Vita sentimentale Silvio Pellico ebbe due storie d'amore importanti nella sua vita. Un binomio legato dallo straordinario successo del libro fin dalla prima pubblicazione. A fine marzo i condannati furono condotti nella fortezza austriaca di Spielberg. Un personaggio che il professor Gilles Pécout e Paolo Mieli analizzano in questa puntata di "Passato e Presente". d'animo di scrivere e pubblicare poesie. A Venezia trascorse solamente pochi mesi della sua vita, tra i peggiori della sua intera esistenza. Secondogenito di nove figli. Parola da definire e … La descrizione dell’ispezione nei suoi assurdi dettagli fa correre la mente, per contrasto, alla sommaria descrizione di Silvio Pellico delle perquisizioni effettuate nella sua cella dello Spielberg. Ne Le mie prigioni Silvio Pellico non solo racconta la sua toccante esperienza in carcere, ... che è solito sostare sotto la cella dello scrittore, ... Allason B., La vita di Silvio Pellico… T’abbraccio di tutto cuore e sono il tuo Silvio Pellico 6 genn. Vincent Byron, Hobhouse and Foscolo: New Documents in the History of a Collaboration, 2013. Poesia inedita, Sulla p. [ 7 ] fac-simile del carattere della poesia 'Augurio' il cui autografo si conserva in Roma presso Giovanni Torlonia, Roma, [s.n. Nasce il 24 giugno[1] 1789 a Saluzzo, oggi in provincia di Cuneo, secondogenito del commerciante piemontese di origine salentina Onorato Pellico (1763-1838) e della savoiarda Margherita Tournier (1763-1837), originaria di Chambéry. La prima tragedia di successo del Pellico fu la Francesca da Rimini, composta tra il 1813 e il 1815 e rappresentata per la prima volta al Teatro Re di Milano il 18 agosto 1815 con Luigi Domeniconi nella parte di Paolo e Carlotta Marchionni nella parte di Francesca[13]. La Vezzosa è una brava e buona figliuola, e se le si chiede un piacere non si ricusa mai, - disse la Carola. I due innamorati si rividero solamente nel 1836[10], ma dovettero passare altri 11 anni prima di ritrovarsi definitivamente. Scendendo lungo via Grazzano, si giunge in piazzale Cella, intitolato a Giobatta Cella un udinese che è stato uno dei più valorosi eroi del Risorgimento.