I plebisciti per l'annessione al Secondo Impero francese dei territori di Nizza e di Savoia si svolsero rispettivamente il 15-16 aprile e il 22-23 aprile. Il 16 ottobre 1979, una frana di terra e sottomarina causarono due tsunami che colpirono la costa occidentale di Nizza; questi eventi hanno ucciso tra le 8 e le 23 persone..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]. Fu possibile votare nei registri fino al 29 maggio. Dopo il ritiro del Regio Esercito a seguito dell'Armistizio di Cassibile, all'indomani dell'8 settembre 1943 fu occupata dalle forze tedesche. La Belle Époque fa di Nizza una delle mete del turismo di alto bordo in Europa. Nel 1162, il conte di Provenza Raimondo Berengario II cercò di estendere il suo territorio, al fine di controllare il passaggio alle Alpi. [6], Sia le province napoletane sia le province siciliane erano parte dal dicembre 1816 del Regno delle Due Sicilie. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, la Liguria divenne parte dei regni romano-germanici d'Italia. Originariamente Scritto da Candido a Genova l'aeroporto l'hanno fatto sul mare lungo la costa in un posto dove probabilmente si poteva fare una Nel 1860, un anno prima dell'unità d'Italia, Nizza fu annessa alla Francia. vedi VENETO E EMIGRAZIONE . [senza fonte]. Nizza ebbe anche un suo cittadino fra i protagonisti delle spedizioni mirate alla scoperta e alla conquista delle terre del continente americano, vicenda nella quale egli giocò un ruolo determinante sebbene non particolarmente encomiabile. Nizza è stata annessa alla Francia nello stesso momento e nelle stesse condizioni della Savoia. Jean Médecin era figlio del notabile nizzardo Alessandro Medico (poi francesizzato in Alexandre Médecin). Nel 1108 Nizza si organizzò sotto forma di libero comune e dal 1144 il governo della città fu affidato a quattro consoli, che negli anni acquisirono abbastanza potere da poter mettere in discussione la supremazia del vescovo. Il 15 e 16 aprile si tennero a Nizza e in Savoia i plebisciti per conoscere il parere delle popolazioni locali in merito all’annessione del loro territorio alla Francia. (FR) Convention de délimitation entre la France et la Sardaigne, conclue à Turin le 7 mars 1861 suite au traité du 24 mars 1860, su bornes.frontieres.free.fr. Il centralismo dello Stato francese fa inoltre tramontare in pochi anni le libertà civiche di cui la città aveva a lungo goduto. Il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia dei territori toscani si svolse tra l'11 e il 12 marzo 1860. La città resterà parte delle vicende storiche della casa Savoia fino al 1860. I voti diversi comprendevano 5 voti per porre lo stato sotto la tutela di Carlo Alberto di Savoia, 2 voti per Milano e un voto per la Repubblica. Dopo il luglio del 1940 e l'instaurazione del regime di Vichy, le aggressioni antisemite accelerarono l'esodo, iniziando nel luglio 1941 e continuando fino al 1942. Anche la contea di Nizza si apprestava a subire la medesima sorte: Nizza venne abbandonata precipitosamente dal governatore piemontese, generale Courten, al primo apparire delle truppe francesi ed il 29 settembre 1792, alle ore 16, il generale francese d'Anselme entrava con le sue truppe nella città, che fino a quel momento era appartenuta ai territori del regno di Sardegna, e v'instaurava un'amministrazione provvisoria. Dopo qualche anno di guerra la pace fu stipulata nella vicina Villeneuve-Loubet dietro mediazione di papa Paolo III (Trattato di Nizza).[10]. La volontà di scristianizzare il paese, com'era avvenuto in Vandea ed in Bretagna, le requisizioni militari e la coscrizione obbligatoria dei giovani seguita dal loro arruolamento forzato, aumentarono notevolmente le schiere dei barbets[13], i componenti del movimento armato semiclandestino detto appunto "barbetismo". Con gli accordi di Plombières stretti fra Cavour e Napoleone III nel 1858, il Regno di Sardegna promise la cessione di Nizza e della Savoia all'alleato L'annessione di Tenda e Briga alla Francia (1945-1947) 1 stabiliva che «Le provincie Venete e quella di Mantova fanno parte del Regno d'Italia». Le porcherie, le repressioni, gli inganni che hanno caratterizzato il plebiscito-truffa di annessione del Veneto all’Italia che si è tenuto il 21 e 22 ottobre 1866 sono, ormai, di dominio comune. L'annessione fu formalizzata con regio decreto del 4 novembre del 1866, n. 3300, che all'art. Nel decennio successivo cresce il malcontento nei confronti della Francia, alimentato da molti aristocratici restati fedeli alla dinastia sabauda e da frange di sinistra repubblicane e garibaldine. RITORNO PAGINA INIZIALE CRONOLOGIA STORICA DI VENEZIA. [18] Il fallimento dei Vespri portò all'espulsione degli ultimi irredentisti da Nizza, tra cui Luciano Mereu e Giuseppe Bres. L'anno 1799 vide un periodo di nuova, violenta, persecuzione religiosa, condotta dal generale francese di origine nizzarda Andrea Massena, che causò un forte incremento dell'attività dei barbets, i cui ranghi si rafforzarono notevolmente. Infatti nel IX secolo si fecero sempre più pressanti e distruttive le incursioni, le razzie e distruzioni da parte dei Saraceni che verso il X secolo occuparono la Provenza stabilendo una base operativa fortificata a Frassineto (oggi la Garde-Freinet, presso Saint-Tropez) da cui muovere incursioni in un'ampia area marittima da Marsiglia a Genova e nell'entroterra provenzale, ligure e piemontese, con ampie distruzioni di intere città, abitazioni, chiese e monasteri. Diedero impulso all'agricoltura con il recupero di aree incolte o abbandonate, le bonifiche e le migliorie agronomiche con il recupero e la diffusione di oliveti (fra cui la cultivar di oliva taggiasca), vigneti, castagneti, mulini, frantoi, ecc. Soppresso in seguito all'annessione di Nizza alla Francia nel 1860, il quotidiano non è più stato ripristinato. Note: Al plebiscito del 1860 al Granducato di Toscana fu esclusa la Romagna toscana (parte delle ex Legazioni pontificie) e l'isola di Capraia (parte del Regno di Sardegna). Da Nizza molti cercarono ulteriore rifugio nelle colonie francesi, in Marocco e nel Nord e Sud America. Diciotto anni dopo tuttavia, con la caduta dell'impero napoleonico e l'avvento della restaurazione, Nizza tornò al regno di Sardegna con il trattato di Parigi del 1814. Viene inoltre avviato un processo di francesizzazione dei cognomi dei residenti (numerosi i Bianchi diventati Le Blanc, i Del Ponte diventati Dupont, i Pastore diventati Pastor, etc.). Questa zona era vasta 832 km 2 ed era abitata da 28.500 cittadini. Questi eccessi furono denunciati anche dal rappresentante delle autorità rivoluzionarie, inviato in missione nella zona, Filippo Buonarroti. Ai primi di maggio del 1800, le truppe austro-piemontesi, comandate dal generale Melas occuparono Nizza e gran parte della contea,[14] ma il ritorno al regno di Sardegna durò molto poco: già a fine mese le truppe del generale francese Suchet la riportavano sotto il dominio della repubblica francese, occupazione poi consolidata con la vittoria di Napoleone Bonaparte a Marengo. Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze Giuridiche, Archivio di Diritto e Storia Costituzionali, "Atti Costitutivi dell'Unità d'Italia (1859-1860)", Torino Nonostante i nizzardi avessero respinto l'assedio del 1543 che aveva fatto seguito ai bombardamenti, furono alla fine costretti ad arrendersi, e il Barbarossa poté saccheggiare la città ed portar con sè 2.500 prigionieri. Nizza ormai é meglio lasciarla perdere, anche la sua componente italiana é francese e francofila fino al midollo, ed é un'ingiustizia storica alla quale é impossibile rimediare. Tra i voti per gli Stati sardi erano inclusi 1680 voti di militari, 200 voti della colonna mobile parmense e il voto del vescovo di Borgo San Donnino. Sempre in data 14 agosto si votò a Modena per eleggere un'assemblea, la quale approvò all'unanimità in data 21 agosto l'unione al Regno di Sardegna. [8][9] In questa fase Nizza fu alleata fedele di Genova, al fianco della quale combatté contro Pisa e Venezia. A richiamare l’attenzione dei media è stata una petizione on line pubblicata qualche settimana fa in cui si chiede di aderire alla richiesta di sospendere il pagamento dei tributi all’Unione Europea se i francesi non mett… L'8 febbraio 1871, 11 anni dopo la fraudolenta annessione della Contea di Nizza alla Francia, in occasione delle elezioni legislative il popolo nizzardo ha votato a schiacciante maggioranza la lista separatista capeggiata da Giuseppe Garibaldi. Un altro fiume sboccava in mare presso il porto sul lato orientale del castello. Vi sono infatti numerose tracce dell’appartenenza italiana: nella omonima piazza si erge la statua di Giuseppe Garibaldi, che nacque proprio a Nizza. La Ligue pour la Restauration des Libertés Niçoises e il Parti Niçois/Partit Nissart, su posizioni indipendentiste, e Nissa Rebela, su posizioni autonomiste, sono i principali tra questi movimenti. A Nizza operano diversi movimenti politici autonomisti che invocano uno status speciale della vecchia Contea di Nizza all'interno della Repubblica francese sul modello della Corsica o la possibilità di sceglier tramite un referendum anche la costituzione di una città libera. E… Collegamenti esterni. Su un totale di 44.000 abitanti, emigrarono in Italia oltre 11.000 persone da Nizza nel decennio successivo al 1861. Essi a partire dal vasto feudo reale ed imperiale monastico[3][4][5], di cui facevano parte l'abbazia di San Dalmazzo di Pedona presente nell'opera di evangelizzazione fra il territorio piemontese e la marittima ligure di ponente, specie con i possedimenti di Tenda e nelle valli del Roja, Lantosca, della Vesubia, della Tinea e del Varo, anche in raccordo e collaborazione con l'Abbazia di Lerino, che accogliendo la regola benedettina di San Colombano, aveva avuto la possibilità di diffondersi in tutta la Costa Azzurra, nelle Isole di Hyères di fronte a Tolone, Saint-Tropez, Cannes e le sue isole, Nizza, Monaco, Mentone, e in seguito anche a Ventimiglia e nel Ponente ligure. Il quesito del plebiscito era Volete far parte della monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele II?. Note: non fu riconosciuto valore legale al plebiscito da parte del governatore straordinario Luigi Carlo Farini, che decretò l'istituzione di un'assemblea rappresentativa. La città medievale circondava la città antica, protetta sul lato di terra dal fiume Paviglione, più tardi coperto (oggi percorso del tram). Nizza e Savoia in festa Il Risorgimento rovesciato: si celebrano i plebisciti per l'annessione alla Francia Pubblicato il 20 Aprile 2010 Ultima modifica 14 Luglio 2019 20:07 Costituenti e costituzioni. La popolazione nizzarda, molti dei quali erano recenti immigrati di discendenza italiana, mostrò una certa ambivalenza verso le forze di occupazione. Il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia dei territori di Roma e provincia e delle province di Civitavecchia, Frosinone, Velletri e Viterbo si svolse il 2 ottobre 1870; il quesito era così formulato: Desideriamo essere uniti al Regno d'Italia, sotto la monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori. Dopo questa annessione nasce a Nizza un movimento che promuove nuovamente l’annessione all’Italia, conosciuto come Irredentismo italiano a Nizza. Il Pensiero di Nizza. Decreto di Annessione: Regio Decreto 18 marzo 1860 n. 4004: «Le province dell'Emilia fanno parte del Regno d'Italia». Il rapporto con l'Italia si allenta sempre più fin quasi a scomparire negli anni trenta e quaranta del Novecento, complice anche la seconda guerra mondiale e l'aggressione nazifascista alla Francia.[19]. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 15 dic 2020 alle 12:37. I Bizantini istituirono la provincia di Liguria come Provincia Maritima Italorum; il ritrovato periodo di pace vi comportò una ripresa destinata a durare fino alla conquista longobarda di Rotari della Liguria nel 642. A Nizza, dove al Parlamento torinese qualche settimana prima erano stati eletti solo deputati contrari all’annessione [alla Francia], i voti favorevoli a questa furono [inspiegabilmente] 25.743, solo 160 i NO e 30 le schede nulle. Le annessioni furono formalizzate con regi decreti 17 dicembre 1860, nn. La crescita tumultuosa della città, dovuta principalmente al turismo, fra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, e l'arrivo di immigrati provenienti da ogni parte della Francia e dall'estero sommerge l'antico nucleo etnico nizzardo. Nel 1940, all'inizio della seconda guerra mondiale, l' Italia occupò militarmente parte del territorio francese oltre le Alpi. A Nizza restano comunque numerose tracce dell'appartenenza sabauda: nell'omonima piazza si erge la statua di Giuseppe Garibaldi (oggi corredata da un'iscrizione in francese dedicata "al nostro concittadino Giuseppe Garibaldi, eroe dei 2 mondi"), mentre nel centro vecchio, principalmente nella zona compresa fra la Piazza del tribunale e il Quai des Etats-Unis si trovano ancora numerose tavole che mostrano la contea di Nizza prima dell'annessione alla Francia, oltre alle chiese seicentesche e settecentesche, che esprimono il medesimo stile architettonico piemontese. La dominazione gotica durò fino alla riconquista nel 552, a seguito delle guerre gotiche, da parte dell'Impero romano d'Oriente che ne fece un importante caposaldo marittimo. "1866: LA GRANDE TRUFFA" Il plebiscito di annessione del Veneto all'Italia" di ETTORE BEGGIATO - Editoria Universitaria Venezia, 1999. vedi LA GRANDE TRUFFA . Daniele Manin e la Repubblica di Venezia, Rivista Popolare. Il risultato fu un rigetto iniziale della Francia da parte di molti nizzardi: gli irredentisti italiani si fecero portavoce di questo rigetto tramite il loro capo, il nizzardo Giuseppe Garibaldi. Anche l'area del porto era circondata da mura, secondo i disegni pervenuti fino a noi. La popolazione di Nizza si sollevò dall'8 al 10 febbraio ma fu repressa dalle truppe francesi. In particolare la Legge 3 dicembre 1860, n. 4497, del Regno di Sardegna conferì al governo sabaudo la facoltà di accettare per regi decreti l'annessione di quelle Province dell'Italia centrale e meridionale che avessero espresso autonomamente, per suffragio diretto universale (maschile), la volontà delle popolazioni a far parte del Regno. I comitati dipartimentali di Padova, Vicenza, Rovigo e Treviso stabilirono di seguire l'esempio lombardo e vennero stabiliti decreti per l'apertura di pubblici registri con la stessa formula usata in Lombardia. Nizza è stata per secoli contesa tra Francia e Italia. 347. Sempre nel 1871 il malcontento degli italiani a Nizza verso la Francia si esprime nei tre giorni di rivolta popolare (Vespri nizzardi), promossi dallo stesso Garibaldi. Perchè Savoia e Nizza furono ceduta alla Francia nel 1860? A Nizza su 29.149 iscritti votano 24.608 dei quali 24.448 favorevoli all'annessione e 160 contrari. Il lato orientale era invece protetto dalle fortificazioni del Castello. Tutto ciò diede origine a una spontanea reazione di resistenza clandestina della popolazione nizzarda alle soperchierie, quando non atrocità, compiute dalle truppe di occupazione francese e nasceva così il barbetismo. I plebisciti per l'annessione al Secondo Impero francese dei territori di Nizza e di Savoia si svolsero rispettivamente il 15-16 aprile e il 22-23 aprile. Alla fine degli anni '80, voci di corruzione politica nel governo della città sono emerse sempre più di frequente; indagato, Jacques Médecin nel 1990 abbandonò il paese, per essere arrestato tre anni più tardi in Uruguay ed estradato in Francia nel 1994, dove venne condannato per vari reati di corruzione e crimini associati e incarcerato. In seguito si convinse dell'esistenza delle sette città dorate di Cibola; partecipò alla spedizione di Francisco Vázquez de Coronado, che verificò come le città dorate fossero soltanto villaggi indigeni. Viene anzitutto soppressa la stampa non filo-francese e per ordine del governo vengono chiusi i giornali nizzardi di lingua italiana: nel 1861 Il diritto di Nizza e La Voce di Nizza, momentaneamente riaperto nel 1871 durante i Vespri nizzardi, e più tardi, nel 1895, Il Pensiero di Nizza, testate per le quali scrivono i più importanti giornalisti e scrittori di lingua italiana della città, come Giuseppe Bres, Enrico Sappia e Giuseppe André. [5], Fonte: Emmanuele Bollati, "Fasti Legislativi e Parlamentari delle Rivoluzioni Italiane del Secolo XIX", Volume 2° "1859-1861", Parte I "Lombardia - Emilia", Giuseppe Civelli, Milano, 1865, pag. Nel 1600 il duca di Guisa, governatore della Provenza, tentò di conquistare la città, che però venne brillantemente difesa dal suo governatore, Annibale Grimaldi. Soppresso in seguito all'annessione di Nizza alla Francia , fu riaperto momentaneamente in occasione dei Vespri nizzardi del 1871 ma venne subito richiuso dalle autorità francesi. I paracadutisti americani entrarono in città il 30 agosto 1944 e Nizza fu finalmente liberata (Operazione Dragoon). 6 ottobre 1870, Atti delle giunte di governo e della luogotenenza per le province romane, La costruzione dello Stato e i nuovi indirizzi politici - I plebisciti, Plebiscito delle province lombarde del 1848, Fasti Legislativi e Parlamentari delle Rivoluzioni Italiane del Secolo XIX, Plebiscito delle provincie dell'Emilia del 1860, Atti Costitutivi dell'Unità d'Italia (1859-1860), Plebiscito delle province siciliane del 1860, Plebiscito delle province napoletane del 1860, Marianna De Crescenzo, detta la Sangiovannara, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Plebisciti_risorgimentali&oldid=117284394, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Per la fusione immediata agli Stati sardi. A questo plebiscito venne concesso di votare alla patriota Marianna De Crescenzo, detta la Sangiovannara, unica donna ammessa al voto e probabilmente la prima donna votante in una consultazione in Italia. Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza nel 1807 (quindi in un periodo in cui Nizza era francese), fu fortemente contrario alla cessione di Nizza alla Francia. Regolo Gellini ... sentimenti filoitaliani e persino partecipò al Risorgimento e nel 1871 si sollevò alla Francia chiedendo il ritorno all’Italia . Nel settembre 1939 Nizza divenne rifugio di molti stranieri sfollati, in particolare ebrei in fuga dall'occupazione nazista in Europa orientale. N el 1861 fu proclamata l'unità d'Italia.Cavour, dietro cessione di Nizza e della Savoia era riuscito a far accettare a Napoleone III l'annessione della Toscana e dell'Emilia Romagna che venne sancita da un plebiscito popolare. Dopo l’annessione nacque un movimento che promosse l’annessione di Nizza all’Italia; questo movimento è conosciuto come Irredentismo italiano. Durante la Guerra di successione austriaca l'entroterra nizzardo venne più volte invaso dalle truppe franco-spagnole, senza che però queste riuscissero a prendere la città. Nel 1713 il Trattato di Utrecht riconobbe al duca sabaudo Vittorio Amedeo II il Regno di Sicilia, che venne permutato con il Regno di Sardegna nel 1718. I francesi accantonarono (momentaneamente) il progetto d’annessione, dopo la farsa del plebiscito del 29 aprile, e il 29° Régiment Tiralleurs Algériens lasciò Briga e Tenda agli Alleati. L'annessione di Nizza alla Francia venne confermata all'inizio dell'epoca napoleonica, con l'armistizio di Cherasco del 1796, confermato poche settimane dopo dal Trattato di Parigi. Fondato dopo la caduta di Napoleone, fu soppresso dalle autorità francesi nel 1895 (ben 35 anni dopo l'annessione) con l'accusa di irredentismo, mentre era quasi esclusivamente autonomista. Nel 1626 il governo cittadino decise di proclamare la libertà di commercio dando inizio un periodo di prosperità. Solo nel 1860, dopo una prima annessione con ritorno alla Savoia, e quindi un anno prima dell’unità d’Italia, Nizza fu annessa alla Francia. Capitale storica della Contea di Nizza, Nizza ha fatto da sempre parte della Liguria sotto l'Impero Romano, nel Regno longobardo e nel Regno d'Italia, il quale fu incluso nell'Impero carolingio prima e nel Sacro Romano Impero poi. Il contenuto è disponibile in base alla licenza, L'annessione alla Francia rivoluzionaria (1792-1814), Thermoluminescence dating of burnt flint: application to a Lower Paleolithic site, Terra Amata. Nel 1871, alla caduta del II Impero, dei quattro deputati eletti nel dipartimento nizzardo delle Alpi Marittime, ben tre hanno fama di essere filo-italiani o comunque separatisti, incluso lo stesso Giuseppe Garibaldi. Sotto l'Impero Romano Nizza rimase sempre nella regione romana di Liguria. [9], L'annessione fu formalizzata con regio decreto 9 ottobre 1870, n. 5903, che all'art. Originariamente Scritto da Candido infatti, sto conoscendo per matrimonio l'Abruzzo e sono abbastanza sorpreso delle tradizioni abbastanza "barbar L'8 settembre 1792 il ministro degli esteri del governo rivoluzionario francese Lebrun-Tondu diede ordine all'esercito d'invadere la Savoia:[11] e il 22 settembre dello stesso anno le truppe francesi, agli ordini del generale Montesquiou, entravano a Chambéry. È di questo parere lo storico nazionalista nizzardo Alain Roullier, che definisce «, Indicativo a tale proposito è un passaggio de, Nice mayor: 'Tens of dead' when truck runs into crowd, Nice attack: At least 84 killed during Bastille Day celebrations, Ultima modifica il 20 nov 2020 alle 04:15, monastero di Villaregia di Santo Stefano al Mare, abbazia di Nostra Signora del Canneto di Taggia, Annessione della contea di Nizza alla Francia, Ligue pour la Restauration des Libertés Niçoises, Histoire de Nice et des Alpes Maritimes pendant vingt et un siècles, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Storia_di_Nizza&oldid=116783213, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. In Savoia il quesito era La Savoie veut-elle être réunie à la France?.