Un altro fiume sboccava in mare presso il porto sul lato orientale del castello. "La Corsica e Nizza non debbono appartenere alla Francia; e verrà un giorno in cui l'Italia, conscia del suo valore, reclamerà a ponente e a levante le sue province, che vergognosamente languono sotto la dominazione straniera." L'anno 1799 vide un periodo di nuova, violenta, persecuzione religiosa, condotta dal generale francese di origine nizzarda Andrea Massena, che causò un forte incremento dell'attività dei barbets, i cui ranghi si rafforzarono notevolmente. Fin dall'epoca longobarda vi operavano i monaci colombaniani della potente abbazia di San Colombano di Bobbio, attivissimo centro di evangelizzazione e di rinascita agricola sotto la protezione del Papa. La dominazione gotica durò fino alla riconquista nel 552, a seguito delle guerre gotiche, da parte dell'Impero romano d'Oriente che ne fece un importante caposaldo marittimo. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, la Liguria divenne parte dei regni romano-germanici d'Italia. Vi sono infatti numerose tracce dell’appartenenza italiana: nella omonima piazza si erge la statua di Giuseppe Garibaldi, che nacque proprio a Nizza. Dopo questa annessione nasce a Nizza un movimento che promuove nuovamente l’annessione all’Italia, conosciuto come Irredentismo italiano a Nizza. Pertanto, intimò i cittadini nizzardi di sottomettersi e giurargli fedeltà, ma la città oppose un netto rifiuto, al fine di mantenere le proprie libertà comunali. Tra le Province Venete era compresa la Provincia del Friuli, corrispondente alle attuali Province di Udine e Pordenone. Fondato dopo la caduta di Napoleone, fu soppresso dalle autorità francesi nel 1895 (ben 35 anni dopo l'annessione) con l'accusa di irredentismo, mentre era quasi esclusivamente autonomista. Dopo l’annessione nacque un movimento che promosse l’annessione di Nizza all’Italia; questo movimento è conosciuto come Irredentismo italiano. Dopo dieci anni la città fu però nuovamente attaccata dall'alleanza franco-ottomana tra Francesco I e il pirata turco Khayr al-Din Barbarossa. Il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia dei territori toscani si svolse tra l'11 e il 12 marzo 1860. Nel 729 Nizza espulse i Saraceni dal suo territorio, ma questi tornarono a saccheggiarla nel 850 e 880. Originariamente Scritto da Candido a Genova l'aeroporto l'hanno fatto sul mare lungo la costa in un posto dove probabilmente si poteva fare una N el 1861 fu proclamata l'unità d'Italia.Cavour, dietro cessione di Nizza e della Savoia era riuscito a far accettare a Napoleone III l'annessione della Toscana e dell'Emilia Romagna che venne sancita da un plebiscito popolare. In Savoia su 135.449 iscritti, votano 130.839, di cui 130.583 favorevoli all'annessione e 235 contrari. "1866: LA GRANDE TRUFFA" Il plebiscito di annessione del Veneto all'Italia" di ETTORE BEGGIATO - Editoria Universitaria Venezia, 1999. vedi LA GRANDE TRUFFA . Durante la Guerra di successione austriaca l'entroterra nizzardo venne più volte invaso dalle truppe franco-spagnole, senza che però queste riuscissero a prendere la città. In età romana Nicaea rivaleggiò con la vicina città di Cemenelum che continuò ad esistere fino all'invasione longobarda del territorio. Diciotto anni dopo tuttavia, con la caduta dell'impero napoleonico e l'avvento della restaurazione, Nizza tornò al regno di Sardegna con il trattato di Parigi del 1814. Nel 1775 il re sabaudo abolì tutte le libertà comunali sopravvissute. Il Pensiero di Nizza. L'annessione fu formalizzata con regio decreto del 4 novembre del 1866, n. 3300, che all'art. L'ondata migratoria dei Pieds-noirs negli anni sessanta - ex coloni francesi profughi dall'Algeria dopo l'indipendenza del 1962, tra cui anche molti italo-algerini - ha anche dato un impulso alla città e ha in qualche modo modificato la composizione della popolazione e le opinioni tradizionali; i pieds-noirs restano visti da taluni come un corpo estraneo alla città, e unitamente alla globalizzazione di fine millennio, spingeranno anzi alcuni nizzardi a riporre le proprie speranze in una forma di nazionalismo sempre più escludente ed acceso e, in taluni casi, anche intollerante. Nizza con tutta la Liguria fece quindi parte del Regno longobardo nel Ducato di Liguria, che diventerà sotto la dinastia carolingia il Regno d'Italia. L'annessione di Nizza alla Francia venne confermata all'inizio dell'epoca napoleonica, con l'armistizio di Cherasco del 1796, confermato poche settimane dopo dal Trattato di Parigi. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 20 nov 2020 alle 04:15. Il governo francese inviò a Nizza 10.000 soldati, chiuse il giornale Il Diritto e incarcerò molteplici irredentisti. Nel 1871, alla caduta del II Impero, dei quattro deputati eletti nel dipartimento nizzardo delle Alpi Marittime, ben tre hanno fama di essere filo-italiani o comunque separatisti, incluso lo stesso Giuseppe Garibaldi. Soppresso in seguito all'annessione di Nizza alla Francia nel 1860, il quotidiano non è più stato ripristinato. A Nizza restano comunque numerose tracce dell'appartenenza sabauda: nell'omonima piazza si erge la statua di Giuseppe Garibaldi (oggi corredata da un'iscrizione in francese dedicata "al nostro concittadino Giuseppe Garibaldi, eroe dei 2 mondi"), mentre nel centro vecchio, principalmente nella zona compresa fra la Piazza del tribunale e il Quai des Etats-Unis si trovano ancora numerose tavole che mostrano la contea di Nizza prima dell'annessione alla Francia, oltre alle chiese seicentesche e settecentesche, che esprimono il medesimo stile architettonico piemontese. Gli scavi archeologici del sito di Terra Amata fanno risalire i primi insediamenti umani nella zona addirittura a 400.000 anni fa.[1][2]. Viene anzitutto soppressa la stampa non filo-francese e per ordine del governo vengono chiusi i giornali nizzardi di lingua italiana: nel 1861 Il diritto di Nizza e La Voce di Nizza, momentaneamente riaperto nel 1871 durante i Vespri nizzardi, e più tardi, nel 1895, Il Pensiero di Nizza, testate per le quali scrivono i più importanti giornalisti e scrittori di lingua italiana della città, come Giuseppe Bres, Enrico Sappia e Giuseppe André. Nonostante i nizzardi avessero respinto l'assedio del 1543 che aveva fatto seguito ai bombardamenti, furono alla fine costretti ad arrendersi, e il Barbarossa poté saccheggiare la città ed portar con sè 2.500 prigionieri. Nizza e la sua regione sono geograficamente italiane, così come la loro cultura e la loro storia: devono perciò appartenere alla Repubblica italiana. Il lato orientale era invece protetto dalle fortificazioni del Castello. Fra il VII e VIII secolo vi furono numerose fondazioni, l'abbazia di San Martino dell'Isola Gallinara di Albenga, che ebbe possedimenti in Italia, in Catalogna e Barcellona, in Provenza specie nella zona di Fréjus (fra cui la chiesa di San Leonzio)[6] e in Corsica[7], il monastero di Villaregia di Santo Stefano al Mare, i monaci di Pedona fonderanno anche l'abbazia di Nostra Signora del Canneto di Taggia e sulle alture di Nizza fra il VII e VIII secolo il monastero di Cimiez poi distrutto dai saraceni e ricostruito dai monaci dell'abbazia di Saint-Pons di Nizza fondata dai monaci di Lerino verso la fine del VIII secolo. [15] Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza durante il precedente periodo francese, era opposto alla cessione, e affermava che il plebiscito fosse stato pilotato in funzione filo-francese, con il consenso dei Savoia. A Nizza su 29.149 iscritti votano 24.608 dei quali 24.448 favorevoli all'annessione e 160 contrari. Un quarto circa della popolazione di Nizza, quelle famiglie più legate all'Italia e spesso più abbienti, abbandonarono la città (esodo nizzardo), conservando la cittadinanza sabauda (e quindi italiana) e si trasferirono prevalentemente nelle località di Ventimiglia, Bordighera e Ospedaletti,[16] dando vita al movimento dell'irredentismo italiano a Nizza. 1 stabiliva «Roma e le provincie romane fanno parte del Regno d'Italia».[9]. Sempre nel 1871 il malcontento degli italiani a Nizza verso la Francia si esprime nei tre giorni di rivolta popolare (Vespri nizzardi), promossi dallo stesso Garibaldi. Trattato di Torino, su mjp.univ-perp.fr. ANNESSIONE DELLA CORSICA ALL'ITALIA firma ora Visto i 150 anni passati dalla spedizione dei mille credo sia ormai ora di fare sentire la voce degli italiani contro l'imperialismo francese! Un quarto circa della popolazione di Nizza, quelle famiglie più legate all'Italia e spesso più abbienti, abbandonarono la città (esodo nizzardo), conservando la cittadinanza sabauda (e quindi italiana) e si trasferirono prevalentemente nelle località di Ventimiglia, Bordighera e Ospedaletti, dando vita al movimento dell' irredentismo italiano a Nizza. Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze Giuridiche, Archivio di Diritto e Storia Costituzionali, "Atti Costitutivi dell'Unità d'Italia (1859-1860)", Torino I voti diversi comprendevano 5 voti per porre lo stato sotto la tutela di Carlo Alberto di Savoia, 2 voti per Milano e un voto per la Repubblica. Fra il XIII e il XIV secolo cadde più volte sotto il dominio dei conti di Provenza, ma riguadagnò presto l'autonomia per entrare a far parte della Contea di Savoia nel 1388, con la dedizione di Nizza alla Savoia. Giuseppe Garibaldi, 19 maggio 1882, da Caprera mirando le coste della Corsica Che fine avevano fatto i voti, la maggioranza assoluta, dei contrari all’annessione? Le rovine di questa città sono visibili a Cimiez, attualmente uno dei quartieri di Nizza. Su un totale di 44.000 abitanti, emigrarono in Italia oltre 11.000 persone da Nizza nel decennio successivo al 1861. Viceversa, Mazzini non aveva mai pensato alla possibilità di un'annessione all'Italia del Canton Ticino e, come lui, nessun irredentista italiano; bisogna arrivare al ventennio fascista per trovare dei progetti in tal senso, per quanto piuttosto vaghi, e allargati agli altri due cantoni svizzeri dei Grigioni e del Vallese. Decreto di Annessione: Regio Decreto 18 marzo 1860 n. 4004: «Le province dell'Emilia fanno parte del Regno d'Italia». Nel periodo consolare e successivamente in quello imperiale, l'atteggiamento delle autorità francesi divenne molto più conciliante con la popolazione, riducendo così i motivi di scontento che avevano dato origine alla nascita del barbetismo. Il quesito del plebiscito era Volete far parte della monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele II?. L'annessione fu formalizzata con regio decreto 22 marzo 1860, n. 4014 («Le province della Toscana fanno parte del Regno d'Italia»). 1848-49. Il centralismo dello Stato francese fa inoltre tramontare in pochi anni le libertà civiche di cui la città aveva a lungo goduto. Giuseppe Garibaldi vi era nato nel 1807, quindi in un periodo in cui Nizza era francese. In particolare la Legge 3 dicembre 1860, n. 4497, del Regno di Sardegna conferì al governo sabaudo la facoltà di accettare per regi decreti l'annessione di quelle Province dell'Italia centrale e meridionale che avessero espresso autonomamente, per suffragio diretto universale (maschile), la volontà delle popolazioni a far parte del Regno. Camera dei deputati, "Le assemblee del risorgimento. Tutto ciò diede origine a una spontanea reazione di resistenza clandestina della popolazione nizzarda alle soperchierie, quando non atrocità, compiute dalle truppe di occupazione francese e nasceva così il barbetismo. Frate Marco fu congedato e si ritirò in un convento dove visse per il resto della vita. [7], I plebisciti per l'annessione al Regno d'Italia delle legazioni delle Marche e dell'Umbria si svolsero il 4 e 5 novembre 1860.[8]. Dopo che ebbero ottenuto la quasi totalità dei voti alle elezioni generali (26.534 voti su 29.428 voti espressi), i filo-italiani scesero in strada al grido di Viva Nizza, Viva Garibaldi. Nel150° anniversario dell'annessione di Nizza, questo libro fa ilpunto ben documentato di questo evento epocale e delle sueconseguenze. Piemonte – Lombardia – Bologna – Modena – Parma", Roma, 1911. I francesi accantonarono (momentaneamente) il progetto d’annessione, dopo la farsa del plebiscito del 29 aprile, e il 29° Régiment Tiralleurs Algériens lasciò Briga e Tenda agli Alleati. Due uomini hanno segnato questo periodo: Jean Médecin, sindaco per 33 anni dal 1928 al 1943 e dal 1947 al 1965, e suo figlio Jacques Médecin, sindaco per 24 anni dal 1966 al 1990. Verso la fine della Rivoluzione francese la comparsa di briganti che mascheravano i loro atti di violenza spacciandoli per resistenza all'occupante, gettarono parecchio discredito sul movimento. [6], Sia le province napoletane sia le province siciliane erano parte dal dicembre 1816 del Regno delle Due Sicilie. I primi résistants nizzardi a partire dal settembre 1940 furono un gruppo di ex studenti del liceo di Nizza (oggi Lycée Masséna), poi arrestati e giustiziati nel 1944 presso Castellane (gola del Verdon). Nell'atto era indicata una popolazione di 206 566 abitanti. Sempre in data 14 agosto si votò a Modena per eleggere un'assemblea, la quale approvò all'unanimità in data 21 agosto l'unione al Regno di Sardegna. 15 likes. La sera del 14 luglio 2016 sul Lungomare degli Inglesi, il franco-tunisino Mohamed Lahouaiej Bouhlel scagliò un camion contro la folla riunita per gli annuali festeggiamenti della presa della Bastiglia, facendo 87 morti e 202 feriti (Strage di Nizza).[21][22][23][24]. La forza marittima di Nizza andò aumentando progressivamente, fino a poter competere con i corsari barbareschi; le sue fortificazioni furono ampliate e le sue strade migliorate.Durante sesta guerra d'Italia Nizza soffrì molto, a causa anche di un'epidemia di peste che la colpì. Che lingua si parlava nella contea di Nizza prima dell’annessione della contea alla Francia (1860 d.C.)? Nel 1626 il governo cittadino decise di proclamare la libertà di commercio dando inizio un periodo di prosperità. A richiamare l’attenzione dei media è stata una petizione on line pubblicata qualche settimana fa in cui si chiede di aderire alla richiesta di sospendere il pagamento dei tributi all’Unione Europea se i francesi non mett… L'annessione fu ratificata anche dal plebiscito della popolazione con 25.743 a favore, 160 voti contrari e 5.000 astenuti. 4498 e 4499 («Le province napoletane fanno parte del Regno d'Italia» e «Le province siciliane fanno parte del Regno d'Italia»). 347. Costituenti e costituzioni. Le annessioni furono formalizzate con regi decreti 17 dicembre 1860, nn. Da Nizza molti cercarono ulteriore rifugio nelle colonie francesi, in Marocco e nel Nord e Sud America. La città si trasformò velocemente in un importante porto commerciale della costa ligure. Tali politiche portano a una progressiva omogeneità culturale tra la città e il resto della Francia metropolitana. Nizza e Savoia in festa Il Risorgimento rovesciato: si celebrano i plebisciti per l'annessione alla Francia Pubblicato il 20 Aprile 2010 Ultima modifica 14 Luglio 2019 20:07 All'Italia furono assegnate 78 navi francesi, in gran parte piroscafi da carico a carbone di vario tonnellaggio, 2 navi inglesi e 10 navi greche. Il 26 marzo 1848 gli austriaci sgomberarono il castello di Piacenza e lo stesso giorno nella città fu stabilito un governo provvisorio. L' Irredentismo italiano a Nizza fu un movimento politico che promosse l'annessione della città di Nizza al Regno d’Italia. Nel 1561 Emanuele Filiberto di Savoia abolì l'uso del latino come lingua amministrativa e introdusse la lingua italiana come lingua ufficiale del governo a Nizza. [5], Fonte: Emmanuele Bollati, "Fasti Legislativi e Parlamentari delle Rivoluzioni Italiane del Secolo XIX", Volume 2° "1859-1861", Parte I "Lombardia - Emilia", Giuseppe Civelli, Milano, 1865, pag. L'11 novembre 1942, in risposta all'operazione Torch scatenata dagli Alleati, le truppe tedesche occuparono la maggior parte della Francia di Vichy, mentre le truppe italiane presero possesso di una zona più piccola, inclusa Nizza. L'8 settembre 1792 il ministro degli esteri del governo rivoluzionario francese Lebrun-Tondu diede ordine all'esercito d'invadere la Savoia:[11] e il 22 settembre dello stesso anno le truppe francesi, agli ordini del generale Montesquiou, entravano a Chambéry. La Belle Époque fa di Nizza una delle mete del turismo di alto bordo in Europa. Nel 1713 il Trattato di Utrecht riconobbe al duca sabaudo Vittorio Amedeo II il Regno di Sicilia, che venne permutato con il Regno di Sardegna nel 1718. Nizza e Savoia Lo stesso argomento in dettaglio: Trattato di Torino (1860) e Plebiscito di Nizza del 1860 . Il 26 agosto 1942, 655 ebrei di origine straniera furono rastrellati dal governo di Laval e internati nella caserma di Auvare. Nel 1600 il duca di Guisa, governatore della Provenza, tentò di conquistare la città, che però venne brillantemente difesa dal suo governatore, Annibale Grimaldi. Regolo Gellini ... sentimenti filoitaliani e persino partecipò al Risorgimento e nel 1871 si sollevò alla Francia chiedendo il ritorno all’Italia . E' ora di … Dopo le trattative diplomatiche Cavour, che tramava per portare in porto l’unità d’Italia, ebbe il consenso dell’imperatore all’annessione al Piemonte della Toscana e della Romagna, in cambio del rispetto degli accordi di Plombières (1858) sulla cessione di Nizza e della Savoia alla Francia. Nel settembre 1939 Nizza divenne rifugio di molti stranieri sfollati, in particolare ebrei in fuga dall'occupazione nazista in Europa orientale. Prefazione generale. Fonte: Statuto Fondamentale del Regno in data 4 marzo 1848 corredato di lettere patenti, decreti, proclami, plebisciti con intestazioni degli atti di governo e formola per la promulgazione delle leggi, Stamperia della Gazzetta del popolo, Torino, 1884 Annessione di Nizza all'Italia. Questi eccessi furono denunciati anche dal rappresentante delle autorità rivoluzionarie, inviato in missione nella zona, Filippo Buonarroti. Nizza ormai é meglio lasciarla perdere, anche la sua componente italiana é francese e francofila fino al midollo, ed é un'ingiustizia storica alla quale é impossibile rimediare. La città medievale circondava la città antica, protetta sul lato di terra dal fiume Paviglione, più tardi coperto (oggi percorso del tram). Nel periodo di pace che vi seguì, venne ricostruita la "città nuova". Nel novembre del 1942, a seguito dell' operazione Anton, il Regio Esercito espanse la propria zona d'occupazione. E… I monaci diedero, inoltre, un notevole apporto alimentare grazie agli allevamenti e alla conservazione degli alimenti, proteine e grassi, come olio, burro, formaggi, salumi, grazie a sale e spezie; inoltre si adoperarono per la riapertura delle vie commerciali e delle vie del sale e il commercio dalla marittima ligure lungo le valli alpine ed appenniniche verso il piemonte e con gli altri monasteri fondati nei territori liguri con scambi di merci varie come olio, sale, legname, carne, ecc. La popolazione di Nizza si sollevò dall'8 al 10 febbraio ma fu repressa dalle truppe francesi. In seguito si convinse dell'esistenza delle sette città dorate di Cibola; partecipò alla spedizione di Francisco Vázquez de Coronado, che verificò come le città dorate fossero soltanto villaggi indigeni. Nel 1940, all'inizio della seconda guerra mondiale, l' Italia occupò militarmente parte del territorio francese oltre le Alpi. La peste ricomparve nel 1550 e nel 1580. Vi affluiscono nobili tedeschi, austriaci e russi per godere del mite inverno della riviera. Altri nazionalisti nizzardi continueranno a lungo a contestare l'illegittimità dell'annessione.[17]. Il 13 febbraio Garibaldi, cui era stato negato di prendere la parola davanti al parlamento francese riunito a Bordeaux per rivendicare la riunificazione del Nizzardo alla madrepatria italiana si dimette da deputato. La volontà di scristianizzare il paese, com'era avvenuto in Vandea ed in Bretagna, le requisizioni militari e la coscrizione obbligatoria dei giovani seguita dal loro arruolamento forzato, aumentarono notevolmente le schiere dei barbets[13], i componenti del movimento armato semiclandestino detto appunto "barbetismo". Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 15 dic 2020 alle 12:37. È di questo parere lo storico nazionalista nizzardo Alain Roullier, che definisce «, Indicativo a tale proposito è un passaggio de, Nice mayor: 'Tens of dead' when truck runs into crowd, Nice attack: At least 84 killed during Bastille Day celebrations, Ultima modifica il 20 nov 2020 alle 04:15, monastero di Villaregia di Santo Stefano al Mare, abbazia di Nostra Signora del Canneto di Taggia, Annessione della contea di Nizza alla Francia, Ligue pour la Restauration des Libertés Niçoises, Histoire de Nice et des Alpes Maritimes pendant vingt et un siècles, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Storia_di_Nizza&oldid=116783213, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. [1], Nel territorio di Parma con atto dell'8 maggio il governo provvisorio locale aprì le votazioni per scegliere lo stato a cui unirsi. Nizza è stata annessa alla Francia nello stesso momento e nelle stesse condizioni della Savoia. Il 14 luglio 1942 per la prima volta diverse centinaia di manifestanti scesero in strada lungo l'Avenue de la Victoire e in Place Masséna. Collegamenti esterni. Viene inoltre avviato un processo di francesizzazione dei cognomi dei residenti (numerosi i Bianchi diventati Le Blanc, i Del Ponte diventati Dupont, i Pastore diventati Pastor, etc.). Anche la contea di Nizza si apprestava a subire la medesima sorte: Nizza venne abbandonata precipitosamente dal governatore piemontese, generale Courten, al primo apparire delle truppe francesi ed il 29 settembre 1792, alle ore 16, il generale francese d'Anselme entrava con le sue truppe nella città, che fino a quel momento era appartenuta ai territori del regno di Sardegna, e v'instaurava un'amministrazione provvisoria. Di questi, 560 furono deportati nel campo di internamento di Drancy il 31 agosto 1942. Il contenuto è disponibile in base alla licenza, L'annessione alla Francia rivoluzionaria (1792-1814), Thermoluminescence dating of burnt flint: application to a Lower Paleolithic site, Terra Amata. Dopo qualche anno di guerra la pace fu stipulata nella vicina Villeneuve-Loubet dietro mediazione di papa Paolo III (Trattato di Nizza).[10]. Nizza fu anche pesantemente bombardata il 26 maggio 1944 da aerei americani in preparazione dello sbarco alleato in Provenza (1000 morti o feriti e più di 5600 persone senza fissa dimora) e subì la carestia dell'estate del 1944. Il risultato fu un rigetto iniziale della Francia da parte di molti nizzardi: gli irredentisti italiani si fecero portavoce di questo rigetto tramite il loro capo, il nizzardo Giuseppe Garibaldi. Nel 1860 Nizza fu nuovamente, e definitivamente, annessa alla Francia, assieme alla Savoia, in seguito agli Accordi di Plombières (1858) e al Trattato di Torino (1860), come compenso territoriale per l'aiuto dato dalla Francia al Risorgimento Italiano nella guerra con l'Austria, che aveva portato all'annessione della Lombardia. .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}Le Marche comprendevano l'alta Val Marecchia e il mandamento di Gubbio ora in Umbria, l'Umbria comprendeva il circondario di Rieti ora in Lazio e il mandamento di Visso ora nelle Marche e escluso il mandamento di Gubbio nelle Marche. Jean Médecin era figlio del notabile nizzardo Alessandro Medico (poi francesizzato in Alexandre Médecin). Con la rivoluzione russa saranno poi in molti a trasferirvisi in pianta stabile negli anni '20 e '30, riuniti attorno alla Chiesa russa ortodossa di San Nicola. Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza nel 1807 (quindi in un periodo in cui Nizza era francese), fu fortemente contrario alla cessione di Nizza alla Francia. Nel decennio successivo cresce il malcontento nei confronti della Francia, alimentato da molti aristocratici restati fedeli alla dinastia sabauda e da frange di sinistra repubblicane e garibaldine. Il sacco di Nizza ricordato dalla tradizione oralee mai creduto alla versione ufficiale visto il massiccio voto afavore di annessione. Note: non fu riconosciuto valore legale al plebiscito da parte del governatore straordinario Luigi Carlo Farini, che decretò l'istituzione di un'assemblea rappresentativa. Nizza è stata per secoli contesa tra Francia e Italia. Tra il 20 e il 24 maggio vennero svolte le operazioni di scrutinio.[3]. Soppresso in seguito all'annessione di Nizza alla Francia , fu riaperto momentaneamente in occasione dei Vespri nizzardi del 1871 ma venne subito richiuso dalle autorità francesi. Nizza ebbe anche un suo cittadino fra i protagonisti delle spedizioni mirate alla scoperta e alla conquista delle terre del continente americano, vicenda nella quale egli giocò un ruolo determinante sebbene non particolarmente encomiabile. Nel 1882 l'architetto Charles Garnier costruì il celebre Osservatorio di Nizza aiutato da Alexandre Gustave Eiffel, che ideò anche la Torre Eiffel a Parigi. Nel 1691, durante la Guerra della Grande Alleanza, la città venne occupate dalle truppe del generale Nicolas Catinat, nel 1697 Nizza fu restituita al ducato di Savoia per effetto del trattato di Torino. Soltanto nel 1229 Raimondo Berengario IV riuscì a espugnare nuovamente la città, che però restò sempre ostile al governo provenzale. I plebisciti risorgimentali sono i plebisciti tenuti nel corso del XIX secolo per ratificare l'annessione di territori, in particolare in relazione al Regno di Sardegna e al Regno d'Italia, portando così all'Unità d'Italia. I plebisciti per l'annessione al Secondo Impero francese dei territori di Nizza e di Savoia si svolsero rispettivamente il 15-16 aprile e il 22-23 aprile. Alcune importanti istituzioni cittadine quali la corte di appello vengono in quegli stessi anni soppresse e Nizza passa a dipendere sotto il profilo giuridico da Marsiglia. [8][9] In questa fase Nizza fu alleata fedele di Genova, al fianco della quale combatté contro Pisa e Venezia. ; L'annessione di Nizza e della Savoia alla Francia 1860, su histoire-pour-tous.fr. Dopo il luglio del 1940 e l'instaurazione del regime di Vichy, le aggressioni antisemite accelerarono l'esodo, iniziando nel luglio 1941 e continuando fino al 1942. Nizza 1860-2010 : Nizza terra Garibaldina ! Le conseguenze della guerra furono pesanti: la popolazione diminuì del 15% e la vita economica fu completamente distrutta. 15 e 22 aprile 1860 - Si svolgono a Nizza e in Savoia la votazioni per l'annessione alla Francia. Le porcherie, le repressioni, gli inganni che hanno caratterizzato il plebiscito-truffa di annessione del Veneto all’Italia che si è tenuto il 21 e 22 ottobre 1866 sono, ormai, di dominio comune. [4] Fu possibile votare nei registri fino al 29 maggio. Il 16 ottobre 1979, una frana di terra e sottomarina causarono due tsunami che colpirono la costa occidentale di Nizza; questi eventi hanno ucciso tra le 8 e le 23 persone..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]. 6 ottobre 1870, Atti delle giunte di governo e della luogotenenza per le province romane, La costruzione dello Stato e i nuovi indirizzi politici - I plebisciti, Plebiscito delle province lombarde del 1848, Fasti Legislativi e Parlamentari delle Rivoluzioni Italiane del Secolo XIX, Plebiscito delle provincie dell'Emilia del 1860, Atti Costitutivi dell'Unità d'Italia (1859-1860), Plebiscito delle province siciliane del 1860, Plebiscito delle province napoletane del 1860, Marianna De Crescenzo, detta la Sangiovannara, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Plebisciti_risorgimentali&oldid=117284394, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Per la fusione immediata agli Stati sardi. Anche l'area del porto era circondata da mura, secondo i disegni pervenuti fino a noi. La popolazione nizzarda, molti dei quali erano recenti immigrati di discendenza italiana, mostrò una certa ambivalenza verso le forze di occupazione.