Dopo un inutile tentativo nel pomeriggio del 25 aprile di trattare con gli esponenti del CLNAI con la mediazione del cardinale Schuster[137] e disorientato dalla scoperta delle trattative segrete di Wolff con gli angloamericani, Mussolini alle ore 20 dello stesso giorno decise di abbandonare Milano in direzione del lago di Como, per motivi ancora non chiari[138]. Il crollo dell'autorità centrale, la successiva faticosa ripresa del governo regio al sud e di quello fascista repubblicano al nord provocarono un vuoto di potere del quale approfittarono individui e bande dediti al brigantaggio ed alla delinquenza. La Repubblica sociale sotto il Terzo Reich, "La repubblica necessaria". L’Italia dal 1943 al 1945. mondiale, seconda guerra 1943. Inoltre, sebbene i comandi militari angloamericani non volessero affatto una crescita oltremisura del movimento partigiano ed un suo impegno militare al di là delle esigenze alleate (sostanzialmente: spionaggio e raccolta di informazioni; sabotaggio; messa in salvo di agenti, piloti abbattuti e fuggiaschi alleati), le radio di propaganda alleata (Radio Algeri, Radio Londra, Radio Milano Libertà, Radio Bari) incitavano apertamente all'omicidio nei confronti degli esponenti del fascismo repubblicano[120], lanciando avvertimenti intimidatori e diffondendo notizie circa domicilio, abitudini, frequentazioni ed eventuali coperture di questi, affinché si sentissero perennemente braccati. In questo quadro andrebbero inquadrati gli attentati di via Rasella a Roma e di piazzale Loreto a Milano, ma anche i giri di vite nei confronti di quei comandanti partigiani troppo rispettosi delle convenzioni di guerra[125]. Le motocarrozzette della Wehrmacht sollevano nuvole di polvere sulle strade deserte. El Nel frattempo, mentre si moltiplicano gli scontri a fuoco fra insorti e forze della RSI e tedesche, lo stesso 25 aprile Sandro Pertini proclamava alla radio[139] lo sciopero generale insurrezionale della città di Milano. Tra gli studi successivi, dedicato a questa fase storica è anche l'ultimo volume della biografia di Mussolini scritta da Renzo De Felice, intitolato La guerra civile 1943-1945. Corriere della Sera del 20 settembre 1993, Il nome non deve trarre in inganno circa le dimensioni reali di questi reparti, che – per le precipue esigenze della guerriglia – non potevano essere composte da più di qualche centinaio di uomini. Naturalmente le scelte non furono tutte istantanee e basate su certezze assolute, bastava anzi «un nulla, un passo falso, un impennamento dell'anima» per trovarsi dall'altra parte[25]. Se vorremo evitare che i tedeschi e i fascisti facciano di ogni erba un fascio, speculandoci su per diffamarci, non dovremo perdonare[146].». A partire dalla mattina del 26 aprile tutta la Valle del Po si trovò in insurrezione. Altri gruppi, prevalentemente comunisti e collegati con i partigiani jugoslavi, nacquero o si rafforzarono in Venezia Giulia. In alcuni casi fu determinante anche la sorte avuta in seguito al 25 luglio, come accadde al futuro comandante partigiano Nuto Revelli: «Senza la Russia[30], all'8 settembre forse mi sarei nascosto come un cane malato. La pubblicistica di Salò fin dal periodo bellico ha insistito sul fatto che accanto a queste azioni venissero pianificate ed effettuate operazioni di eliminazione di quegli elementi del fascismo repubblicano più disposti al compromesso ed alla trattativa, come Aldo Resega, Igino Ghisellini, Eugenio Facchini ed il filosofo Giovanni Gentile[84]. Negli ultimi giorni della RSI furono le Brigate Nere ad offrire una certa opposizione contro l'invasione alleata e l'insurrezione partigiana; circa 5.000 brigadisti neri costituirono il nerbo della cosiddetta "Colonna Pavolini", che, nell'intenzione del gerarca, avrebbe dovuto raggiungere la Valtellina per l'ultima resistenza. In questa maniera, oltre a demandare il "lavoro sporco" ad altri[106], riuscivano anche a tenere occupate le forze della RSI, che altrimenti – se impiegate al fronte – avrebbero creato problemi di ordine militare e politico. Nel biennio 1943-1945, la natura di guerra civile del conflitto combattuto tra fascisti e antifascisti era riconosciuta in entrambi gli schieramenti (in campo antifascista soprattutto tra gli azionisti), ma dal dopoguerra la definizione di "guerra civile" fu gradualmente respinta dalla cultura antifascista, cosicché cadde quasi completamente in disuso[182]. Con la proclamazione della leva di massa, almeno settantamila giovani si unirono ai partigiani per non dover sottostare all'arruolamento, e buona parte di costoro andò ad ingrossare i reparti resistenziali. In mancanza di ordini da parte del generale Enzo Emilio Galbiati (che pure aveva votato contro la destituzione di Mussolini), non si mosse nemmeno la milizia fascista, sebbene potesse contare sulla 1ª Divisione corazzata "M", costituita da elementi fedeli al regime, che era dislocata a nord del Lago di Bracciano[8]. Solo progressivamente i territori italiani via via conquistati dagli angloamericani passarono sotto la giurisdizione regia: per questo motivo i territori amministrati direttamente dal Re e dal suo governo erano denominati "Regno del Sud". L'operazione militare più importante cui presero parte le brigate fu l'azione, portata a termine con successo di concerto con reparti della GNR e tedeschi, per la riconquista della Val d'Ossola e la distruzione dell'ominima repubblica partigiana. La stampa della RSI ne ingigantiva propandisticamente l'entità attraverso la figura di O' Scugnizzo, un sottotenente che operava al sud dietro le linee nemiche[62], protagonista anche di una striscia a fumetti di Guido Zamperoni. In seguito alla fondazione della RSI, i fascisti indicarono in Badoglio il mandante dell'uccisione e celebrarono ampiamente Muti come il primo caduto della guerra civile, rivendicando la tesi del complotto come dimostrazione di non essere rimasti inattivi dopo il 25 luglio[13]. Anche al Sud dunque c'è stata una recrudescenza del banditismo (anche a carattere sociale e spinto dai motivi tradizionali della fame, della disperazione e del crollo di ogni riferimento statuale), della delinquenza comune e organizzata, della corruzione, corresponsabile la scarsa autorità esercitata dal Regio Governo[157]. L'esercito clandestino, quindi, poté operare con tutta la sua forza contro i reparti fascisti repubblicani che, privi di ordini e disorientati si trovarono praticamente abbandonati dai tedeschi. Per i partigiani si pose quindi ben presto il problema di distinguersi dai banditi comuni, poiché l'incertezza della «linea di demarcazione» tra partigianato e banditismo[146] nuoceva fortemente all'immagine della Resistenza presso la popolazione[147]. Secondo. L'Operazione Quercia che portò alla liberazione di Mussolini avvenne il 12 settembre 1943: tradotto a Monaco e poi a Rastenburg, il Duce si incontrò il 14 con Hitler, il quale gli fece presente la necessità di creare un governo fascista nella parte d'Italia non occupata dagli Alleati[42]. Lo studioso di relazioni internazionali Luigi Bonanate ha individuato proprio nella guerra civile le cause di quella che definisce l'«eccezione italiana»: «Perché il caso italiano sfugge a ogni regola? In altre parti d'Italia i fascisti non presero posizione contro i reparti fedeli alla monarchia, ma si limitarono a non opporre resistenza ai tedeschi. DC e PCI nella storia della Repubblica. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 20 dic 2020 alle 10:51. Il 18 settembre Mussolini parlò, sempre da Radio Monaco, annunciando il suo ritorno. D'altro canto gli stessi tedeschi non esitavano a passare per le armi quegli elementi italiani (guide, spie, delatori, informatori o collaborazionisti di vario genere, ma anche regolari) che approfittavano dei rastrellamenti per compiere grassazioni e rapine. Pio XII e delle prediche oceaniche di padre Lombardi. Un gesto definito «stupido e bestiale» dallo stesso Mussolini[92]. La persecuzione degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945. Vedi M. Rendina. Il PFR venne militarizzato per far fronte alle esigenze belliche: si ebbe la costituzione di formazioni militari impegnate nella repressione e nella lotta contro i partigiani; l'esercito regolare della RSI prese parte anch'esso prevalentemente nelle operazioni antipartigiane; si ebbero episodi di intimidazione e di uso della violenza nei rapporti con la popolazione passiva o simpatizzante con la Resistenza[59]. A sedare questa sedizione venne inviato il tenente colonnello Alberto Bechi Luserna, che fu ucciso dagli ammutinati. La scelta fu particolarmente gravosa per i militari, vincolati da una parte al giuramento al re e dall'altra al rispetto dell'alleanza con i tedeschi, pena in entrambi i casi il proprio onore di soldati; risolsero il problema facendo appello alla propria coscienza: alcuni, considerando sciolto il giuramento al Re per via del suo comportamento, si presentarono ai comandi tedeschi chiedendo d'essere arruolati[26][27], ricevendo come distintivo una fascia da braccio con un tricolore e la scritta Im Dienst der Deutschen Wehrmacht (al servizio della Wehrmacht germanica); altri, pur ritenendosi anch'essi non più vincolati dal giuramento al Re, scelsero comunque di non parteggiare per l'Asse[28]. Gli Alleati e l'Italia dal 1943 al 1945 8842092061, 9788842092063. Il fascismo ha conosciuto giorni solari, ora si sta facendo sera. protezioni. in. Infine, presso i pozzi di petrolio di Montechino, reparti delle BBNN combatterono assieme a quelli dell'ENR e della GNR per contenere l'avanzata delle forze americane. Perché ancora un libro sull'Italia e la Seconda guerra mondiale? Corkscrew – Sicilia – Bombardamento di Roma – Calabria – Achse – Taranto – Salerno – Quercia – Napoli – Termoli – Linea del Volturno – Linea Barbara – Bombardamento di Bari – Linea Bernhardt – Monte Camino – Montelungo– San Pietro Infine – Fiume Moro – Ortona – Linea Gustav, 1944 sufficienti per sfamare la famiglia e togliersi qualche piccola soddisfazione. Nella primavera-estate del 1944 la forza del movimento partigiano fu tale da consentire la creazione di effimere Repubbliche partigiane, che riuscirono a sopravvivere fino all'autunno-inverno dello stesso anno, quando vennero distrutte da controffensive italotedesche. IL SOPRAVVENTO DEL MODERATISMO Una nazione devastata: Ai primi di maggio 1945 le condizioni dell’Italia sono disastrose: trasporti e comunicazioni sono a pezzi, la marina mercantile è tra le + colpite, l’elettricità si salva al Nord e in Sardegna. Altri, oltre a questi aspetti, hanno evidenziato i caratteri di originalità dello stato di Salò, interpretato come evoluzione della precedente esperienza fascista del ventennio[57] e parlano di una complessità della Repubblica Sociale, non più considerata semplice fenomeno di collaborazionismo[58]. 12 Il timore che la caduta del fascismo potesse indebolire lo sforzo bellico e minare la loro credibilità negli stati satellite dell’est europeo fece reagire prontamente i tedeschi. Nessuno può fermare la ruota che gira. Ma il 1943 dell’Italia fascista non nasce dal caso, è figlio di un’avventura scatenata da Hitler nel 1939 e cavalcata da Mussolini il 10 giugno 1940 con il rauco Tra i fatti di sangue più significativi accaduti nella fase immediatamente successiva alla costituzione della RSI vi fu l'uccisione del federale ferrarese Igino Ghisellini, avvenuta il 14 novembre 1943. Il 15 settembre Mussolini emanò da Radio Monaco le prime direttive volte a riorganizzare il disciolto partito fascista, annunciando la nomina di Alessandro Pavolini alla sua guida e la prossima formazione di uno stato fascista in Italia. Perché l'utilizzo di nuovi strumenti interpre . Tuttavia, le speranze riposte nella pace svanirono ben presto, in seguito al proclama con cui Badoglio annunciava: «La guerra continua. Quale atteggiamento prenderebbe Hitler? Rapporto del Questore di Torino, 9 settembre 1944, cit. Storia di due anni, La resa dei conti. Leo Valiani rivendicava anche l'esistenza di "terroristi del Partito d'Azione". La ricostruzione si farà in pochi anni, su poche basi: gli aiuti americani, gli investimenti pubblici e privati, la rivoluzione tecnologica, l’apertura dei mercati, Questa volontà di accelerare i tempi trova testimonianza in una lettera in cui l'azionista Giorgio Agosti scrive al compagno di partito Dante Livio Bianco, comandante delle formazioni Giustizia e Libertà, che «occorre... prima dell'arrivo alleato, una San Bartolomeo di repubblichini che gli tolga la voglia di ricominciare per un bel numero di anni»[167]. D'altro canto, .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}gli stessi partigiani fecero uso della rappresaglia – anche se sotto forme differenti, per esempio nell'uccisione dei congiunti di aderenti alla RSI[senza fonte] – e soprattutto della controrappresaglia, minacciando esplicitamente fucilazioni in varie proporzioni di prigionieri tedeschi o fascisti per ogni partigiano o patriota ucciso dalle forze dell'Asse. Nonostante anche altri paesi europei come la Norvegia, i Paesi Bassi e la Francia avessero governi collaborazionisti, in nessuno di essi l'estensione del confronto armato tra compatrioti raggiunse l'intensità toccata in Italia.[194]. Quest'ultima accusa è anche il principale sostegno della versione neofascista della tesi della "guerra civile". Oltre ai combattimenti diretti tra i reparti armati delle due parti, si registrarono anche rappresaglie sulla popolazione civile e repressioni da parte delle autorità della RSI, contrasti interni al movimento partigiano[5], mentre rari furono gli scontri armati tra le truppe fasciste e quelle fedeli al governo monarchico, il cosiddetto "Regno del Sud"[6]. Nelle settimane successive alla caduta di Mussolini, mentre l'Italia continuava la guerra accanto alla Germania, il nuovo governo ricercò con una certa confusione di far uscire il Paese dal conflitto: il 3 settembre firmò l'armistizio di Cassibile, imposto dalle Potenze Alleate, e ne diede inaspettatamente comunicazione con un messaggio radiofonico letto dal maresciallo Badoglio la sera dell'8 settembre[17]. La svolta nella guerra e il crollo dell’Italia. In alcuni casi tuttavia soldati italiani si trovarono dinnanzi altri italiani: il Gruppo Battaglioni Forlì della RSI inquadrato nella 278ª Divisione tedesca ebbe di fronte i marò del Gruppo di Combattimento ''Folgore'' del Regio Esercito, coi quali vi furono anche scontri con morti e feriti[60], e quello del Gruppo di Combattimento Cremona, il cui I Battaglione si scontrò con i resti del Battaglione Barbarigo della Decima MAS in ritirata, a Santa Maria in Punta nel Polesine[61]. Mettendo in … Ci scapperanno la moto, la gita al mare, la cucina nuova e due giorni a Venezia, per godersi finalmente quel viaggio Tra le vittime figurano infatti non solo personalità legate al PFR, appartenenti ai reparti armati della RSI (Brigate Nere, GNR, SS italiane,… ), delatori e collaborazionisti, ma anche funzionari e dipendenti pubblici, sacerdoti, appartenenti alla borghesia contrari al comunismo, semplici cittadini e addirittura aderenti alle organizzazioni partigiane (ad esempio Giorgio Morelli), vittime sia di radicali propugnatori della lotta di classe, ma anche di sconsiderati approfittatori e comuni criminali, che sfruttarono il momento di confusione per perseguire i propri scopi[168]. Alcuni storici che si sono occupati del fenomeno della guerra civile in Italia hanno preso in considerazione anche i fenomeni di violenze postbelliche, collocando il termine della guerra civile oltre la fine ufficiale della Seconda guerra mondiale in Europa. I tedeschi oramai erano in ritirata sotto i bombardamenti dell'aeronautica alleata e le avanguardie americane oltre il Po a Guastalla e Borgoforte combattevano contro i reparti della divisione "Etna", contro il battaglione "Debiça" delle SS Italiane e contro il gruppo corazzato "Leonessa". Se nella notte del 25 luglio mi fossi fatto picchiare, oggi forse sarei dall'altra parte. In non pochi casi fra reparti partigiani si consumarono scontri e vendette (uno dei più eclatanti dei quali fu quello della Malga Porzûs). Le caserme sono deserte; i fucili giacciono abbandonati nelle pozzanghere di olio e di vino. politico, è l’esplosione di gioia popolare alla caduta del regime: il fascismo che cade di schianto, vent’anni cancellati in un giorno. In quei giorni furono gettate le basi sia della "resistenza attiva" sia della "resistenza passiva", con la popolazione civile che offriva solidarietà ed aiuto ai soldati che si davano alla macchia[38] o che sceglieva "di non scegliere", mettendosi nella "zona grigia" o fra gli "attendisti". Lo sbarco a Salerno (settembre 1943) La Battaglia sul Volturno (ottobre 1943) La Battaglia di Montelungo dicembre 1943. Alcuni hanno evidenziato come per aumentare il clima di tensione e lo scollamento fra popolazione e fascismo repubblicano o per frustrare quei tentativi delle Propaganda Staffeln tedesche di fraternizzare con i civili italiani per disporli alla collaborazione, i comandi partigiani cercarono coscientemente di scatenare le rappresaglie nazifasciste. in. Gli esponenti del CLN erano divisi sulla questione istituzionale, cioè sulla sorte della monarchia italiana. Gli ultimi giorni della RSI si fanno convulsi, accavallandosi ordini contraddittori fra loro, mentre alcuni elementi – principalmente nella Guardia di Finanza del generale Diamanti – già erano segretamente passati col nemico. In particolare sono azionisti e comunisti che nelle loro denunce mostrano il timore di trame strette alle loro spalle fra partigiani "di centro e di destra" con i nazifascisti[118]. Hitler sta perdendo una guerra che sembrava già vinta. Quindi, mentre alcuni reparti della RSI abbandonavano il capoluogo piemontese per avviarsi nella Valtellina, il grosso dei fascisti torinesi rimasti in armi decideva di continuare a combattere. Il primo ordine operativo – datato 25 novembre – recitava: A iniziare da dopo l'Armistizio sorsero, per iniziativa del Partito Comunista Italiano, al quale rimasero quasi sempre legati[72], i Gruppi d'azione patriottica[73], composti da gruppi esigui a struttura cellulare, concepiti per non pregiudicare l'esistenza reciproca[74] in caso di arresto o di tradimento di singoli elementi, il cui scopo principale fu quello di scatenare azioni di terrore urbano[75] colpendo con attentati dinamitardi tedeschi, fascisti e simpatizzanti per minarne sicurezza e morale[76][77]. contadino in una comunità di cittadini, operai, impiegati, automobilisti, vacanzieri e patiti della TV. Rifiutando di schierarsi costoro venivano visti da entrambi gli schieramenti come traditori[185][186]. A seguito della divulgazione pubblica dell'armistizio e degli eventi conseguenti, l'Italia si trovò divisa in più entità politico-territoriali. Rilevanti fatti di sangue si registrarono in Sardegna, dove il contingente italiano, godendo di una netta superiorità numerica e di una buona qualità dei reparti a disposizione, tra i quali la 184ª Divisione paracadutisti "Nembo", obbligò i tedeschi ad una veloce ritirata dall'isola. Lina Cavalieri: la donna più bella del mondo. Di fronte a questa serie di attacchi e attentati, gli intransigenti fascisti, Pavolini prima d'ogni altro, ebbero la possibilità di far valere la propria posizione ed imporre un giro di vite anche a Mussolini: a fine novembre Mezzasoma ordinò ai giornali di cessare ogni discussione circa la possibile "pacificazione"[101]. Le autorità militari italiane, al momento dello sbarco in Sicilia degli Alleati nel luglio 1943, fecero saltare l’impianto radiofonico di Tripoli, distrusse il trasmettitore di Catania e fece smontare gli impianti di Palermo. Cominciava così il periodo dei «quarantacinque giorni», in cui iniziarono le trattative segrete per concludere una pace separata con gli Alleati, dissimulate da pubbliche dichiarazioni di fedeltà alla Germania. Nonostante molti dei comandanti partigiani abbiano rifiutato accordi simili, il clima di «odio contro i fascisti rispetto a quello contro i tedeschi»[115] sembra prevalere nell'ambito delle motivazioni che spingevano i partigiani alla lotta. «Per i rimanenti, più di seicentomila, che hanno inizialmente rifiutato di rimanere "fedeli all'alleanza", si spalancano le porte dei Lager. I G.U.F. L’Italia dal 1943 al 1945 facoltà di scienze della comunicazione –corso di storia contemporanea. A tal proposito è significativo quanto scritto nell'Appello del PCI al popolo italiano del settembre 1943: «Alla prepotenza del nazismo che pretende di ridurre in servitù con la violenza e il terrore dobbiamo rispondere con la violenza e il terrore.». L’ I t a l i a n e l 1 9 4 3 s t a v a v i v e n d o u n p e r i o d o m o l t o d i ff i c i l e. L a G u e r r a s t a v a a n d a n d o m a l e sia per l’Italia che per la Germania. [...] Ammetto l'ipotesi di sganciarsi dalla Germania: la cosa è semplice, si lancia un [messaggio via] radio al nemico. Ebbene, la Germania ha sperimentato esclusivamente la prima; la Francia ha conosciuto le prime due e non la terza; l'Italia tutte e tre. Resistenza italiana - La formazione del… - il clero e la… - Le Quattro Giornate… - La Resistenza e… - Le "repubbliche… - L'incendio di Boves - Settembre 1943: la… - settembre ... Cronologia di Bologna dall'unità ad oggi, 28 gennaio 1945, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Guerra_civile_in_Italia_(1943-1945)&oldid=117382955, Template Webarchive - collegamenti a archive.is, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, circa 40.000 tra partigiani e militari italiani, tra 29.000 e 50.000 tra tedeschi e fascisti, 10.000 civili tra scontri, bombardamenti e rappresaglie, Guido Crainz, in base ad un'analisi delle varie fonti, tra cui i rapporti della polizia del 1946, indica come realistica la cifra di 9.364 uccisi o scomparsi "per cause politiche". (...)», Il 25 luglio 1943: la caduta del fascismo, L'8 settembre 1943: l'armistizio e il crollo dello Stato, Il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana, La situazione politica del Regno e l'AMGOT, Attentati, rappresaglie, controrappresaglie, Arrivo dei partigiani nelle grandi città e ultimi scontri, gli stessi partigiani fecero uso della rappresaglia – anche se sotto forme differenti, per esempio nell'uccisione dei congiunti di aderenti alla RSI, Sull'attività del fascismo clandestino nel territorio del Regno del Sud, si veda. A questi occorreva poi aggiungere i reparti della pianura e delle città, i "patrioti" e i fiancheggiatori, che durante il periodo di massima attività partigiana giunsero a toccare i 200.000 elementi fra uomini e donne[104]. sopravvivenza. I partigiani avevano salvato il porto dalla distruzione e catturato 6.000 prigionieri che furono consegnati agli alleati giunti il 27 aprile a Nervi.[159]. domani. Lepre-Petraccone. Contatti diretti fra emissari di Borghese e il capitano di vascello Agostino Calosi, nonché con Ivanoe Bonomi e l'ammiraglio De Courten non condussero tuttavia ad alcun risultato, per l'opposizione della Germania e della Gran Bretagna, che per motivi analoghi non gradivano la presenza italiana in Venezia Giulia. In quei giorni, i prigionieri di guerra della RSI, tra cui soldati, sostenitori e collaboratori a vari livelli, vennero internati, alcuni sino al dicembre del 1947, in vari campi di concentramento, siti a Pisa (Coltano), Rimini, Viareggio e altre località. Fra costoro Roberto Farinacci, Renato Ricci e Alessandro Pavolini. Lo storico Santo Peli scrive che, dopo l'8 settembre, i militari italiani catturati dalle forze armate germaniche furono più di 800.000; di essi circa 186.000 scelsero di collaborare a vario titolo con i tedeschi. Gianni Oliva, La Resa dei conti, pag. I franchi tiratori di Firenze tennero in scacco numerosi reparti alleati e partigiani per diversi giorni. La costituzione, pur essendo stata redatta[53] non venne mai discussa e approvata. Si ebbero gruppi di donne volontarie alla causa fascista, organizzate nel Servizio Ausiliario Femminile. Su questo problema, Nuto Revelli scrisse: «Il fenomeno del banditismo si sta allargando. Alcune frange fasciste tendevano ad enfatizzare l'isolamento in cui versavano, per alimentare il mito dei «pochi, ma sani». Gli atti di giustizia sommaria nei confronti di fascisti e collaborazionisti, compiuti nei giorni immediatamente successivi al termine della guerra, furono localmente tollerati dai comandi alleati: «Fate pulizia per due, tre giorni, ma al terzo giorno non voglio più vedere morti per le strade». Il conflitto civile combattuto tra fascisti e partigiani raramente coinvolse in scontri diretti le forze armate di RSI e Regno del Sud. La storiografia scientifica moderna ha accolto e sintetizzato entrambe le tesi enucleando da un lato le motivazioni psicologiche delle azioni di rappresaglia – legate al nichilismo del Fascismo repubblicano[121], al "bisogno di vendetta" generalizzato, alla scarsa considerazione che godevano gli italiani di fronte ai tedeschi dopo l'8 settembre – ma anche riconoscendo la strategia perseguita dalle forze della Resistenza – soprattutto dai comunisti – volta all'innalzamento del livello di scontro, all'aperto coinvolgimento delle masse popolari, ad ottenere lo scollamento fra popolazione, fascisti e tedeschi[122]. La Brigata Nera "Aldo Resega" abbandonò le sue posizioni dentro la città, la Guardia Nazionale Repubblicana si sciolse spontaneamente, mentre la Xª MAS, invece di ripiegare in Valtellina, rimase accasermata e si arrese senza combattere[161]. La minaccia dell'invasione del territorio nazionale, la convinzione dell'inevitabilità della sconfitta, l'incapacità di Mussolini di «sganciarsi dalla Germania»[7], insieme alla consapevolezza che la sua presenza impediva ogni trattativa con gli Alleati, determinarono la caduta del suo governo: nella notte tra il 24 ed il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo approvò una mozione di sfiducia contro il primo ministro, denominata ordine del giorno Grandi, dal nome del suo promotore Dino Grandi.